Non solo esoterismo…un metodo innovativo di apprendimento: Fantàsia

Il Metodo Fantasia è un metodo di studio prettamente universitario ma applicabile a qualsiasi forma di studio che si voglia intraprendere. Tale metodo oltre ad aiutarvi a risolvere varie problematiche che possono sorgere nello studio come mancanza di volontà, difficoltà a concentrarsi, ansia da prestazione, o assenza di un metodo valido ed efficace, fornisce un sistema organizzativo di studio, che viene diviso in due grandi fasi: la fase scritta e la fase orale. Quest’ultime al loro interno contengono una serie di attività e consigli volti alla preparazione di un esame scritto o orale. La peculiarità del metodo sta nel fatto che le attività svolte nelle varie fasi ( Lettura orientativa, schemi arcobaleno, mappe mentali, associazione mnemonica tramite immagini e luoghi. ) saranno tutte legate alla fantasia! Nella fase scritta leggere sarà come guardare il trailer di un film o andare al supermercato, i vostri schemi diventeranno arcobaleni nel cielo, e le nozioni da apprendere saranno luoghi specifici legati ad appositi colori ed immagini. Tali nozioni nella fase orale saranno sottoposte a dei rigidi sistemi di ripetizione, che vengono strutturati prendendo spunto da: famosi telefilm (come Il trono di spade.) da videogiochi (come la battaglia reale) dallo sport(Il calcio), e da famosi programmi televisivi(come Amici). Nel metodo del Trono di spade studierete immergendovi in un avventura fiabesca in cui tra battaglie e conquiste arriverete a sedervi sul famigerato trono di spade.Nel metodo Fifa, per gli amanti dello sport, assumerete il controllo di un team calcistico e proseguendo nello studio migliorerete il livello dei giocatori della squadra, inoltre ogni trofeo conquistato contribuirà a migliorare oltre che l’organico anche il bilancio economico del vostro team, il tutto sotto l’occhio austero della dirigenza.Nel metodo Battaglia Reale invece, impersonerete il protagonista di un famoso videogioco nella celebre competizione “battaglia-reale”, le vostre abilità e il vostro equipaggiamento miglioreranno a seguito del compimento di Kill(uccisioni di altri giocatori). Nel metodo Amici di Maria diventerete autori del più famoso reality show a competizione diretta della televisione italiana, studierete quindi sulla falsa riga del programma portando i vostri studenti dalla fase del Day time sino alla finale della fase del Serale.Tali metodi rispondono alla domanda: “è possibile impegnarsi costantemente senza sentire alcun peso psicologico nel farlo?”Questo metodo si offre nel fare da collante tra fantasia e realtà, imparerete ad usare la fantasia come una maschera che nasconde lo svolgimento di attività noiose e pesanti come quelle dello studente, iniziando a concepire il dovere non più come un obbligo ma come un divertimento, esattamente alla stessa maniera con cui potreste approcciarvi ad un gioco.
Benvenuti in Fantasia- Il gioco dello studio.

Intervista a Deca di Francesca Lingesso

Federico de Caroli

Più diffusamente conosciuto con lo pseudonimo Deca, con cui ha firmato la quasi totalità della sua discografia, si è affermato soprattutto come autore di musica elettronica e musica ambient, accostandosi poi ad altri ambiti come quello teatrale, multimediale e televisivo. Autore di musiche per la RAI da almeno un decennio, è considerato uno dei massimi compositori italiani viventi e uno dei più esperti sperimentatori del suono. Le sue prime incisioni sono oggi ricercati pezzi di alto valore collezionistico. La sua musica è distribuita in Europa e in Asia sul catalogo EMI e in America sul catalogo della hollywoodiana APM Music. Ha fatto della dimensione onirica la chiave di volta della sua vita personale ed artistica, coltivando anche una vena narrativa firmando alcuni romanzi di genere fantastico e surreale. È stato a suo tempo tra i fondatori e promotori del Manifesto del Distonirismo.

Deca ha appena pubblicato il suo nuovo album “Lucifero Alchemico”.

L’artista in queste quattro tracce ti trasporta in un viaggio, il suo, attraverso sonorità dense e impregnate di alchimia.

Come qualsiasi percorso che prevede l’immersione nell’Oscurità, si percepiscono i vari step di questo viaggio dalla prima all’ultima traccia.

Consiglio di ascoltare questo album in un momento di tranquillità per lasciarsi trasportare dalle sue sonorità così da avere la percezione di visitare quella parte della nostra mente comunemente chiamata inconscio per arrivare al punto di gnosi personale.

Ora lascio la parola all’autore:

D: Ciao Federico, sono molto contenta di parlare con te della tua nuova opera. Puoi dirci cosa ti è stato di ispirazione, considerato che si tratta di suoni che richiamano un approccio alla spiritualità luciferina?

R: L’ispirazione non è arrivata da un unico “momento”, ma è cresciuta nel tempo sulla scia di un percorso personale. Un percorso culturale, di studio, di conoscenza. C’è una componente più razionale – diciamo – che lega queste composizioni all’alchimia, alla numerologia e alle scienze esoteriche in generale. E poi una componente più psichica che mi ha permesso di far affiorare energie profonde, travasando l’essenza della mia consapevolezza, della mia idea del mondo nella creazione dei suoni e nella scrittura musicale vera e propria. In merito al riferimento luciferiano che è così evidente e indicativo nel titolo stesso dell’album, è sicuramente la componente gnostica di questa idea del mondo ad avere giocato un ruolo sostanziale.

D: Come hai appena detto si tratta di un percorso spirituale vero e proprio, quanto tempo ci è voluto per elaborare un’opera così complessa?

R: Nel 2016 avevo cominciato a produrre ed elaborare i suoni che sono poi serviti a realizzare la musica. Ci sono stati differenti processi di generazione del suono, utilizzando anche metodi molto poco ortodossi, come registrare voci nel sonno o intercettare disturbi elettromagnetici poi amplificati e manipolati… Questo parallelamente all’uso di strumenti tradizionali come il pianoforte e di sintetizzatori; che però non sono predominanti in questo lavoro e infatti difficilmente questo disco ha un’aura elettronica. I quattro brani sono stati costruiti con una varietà di suoni davvero amplissima. Tra il 2017 e il 2018 ho poi completato la stesura della musica, affrontando varie fasi di modifiche e rifiniture. Onestamente non posso dire che sia stato un lavoro lineare e continuativo, anche perché è maturato nel tempo mentre mi occupavo di altri progetti. Il fatto che poi l’album sia stato effettivamente pubblicato nel 2021 è dovuto in parte all’esitazione e talvolta all’ostracismo di alcune etichette che erano interessate a produrlo, ma si sono dimostrate frenate da pregiudizi. Il che mi ha poi convinto a uscire autonomamente con la mia etichetta.

La tua è stata una scelta coraggiosa preferendo la libertà e l’individualismo che è fondamentale per la filosofia luciferiana. Molti avrebbero pensato prima al materialismo. Pensi che un giorno potrai pentirti di questa scelta?

R: Un percorso di acquisizione consapevole delle proprie vocazioni e aspirazioni, soprattutto se coltivato nel tempo, credo che difficilmente possa portare a ripensamenti, pentimenti, svolte radicali. Penso che rinnegare le proprie scelte in tal senso sarebbe un segno di pazzia. C’è un fondamento di orgoglio che si è consolidato negli anni. Mi sono sempre fatto carico degli oneri che comporta un’indipendenza quasi totale in un contesto come quello artistico e soprattutto discografico. Pochissimi compromessi, pochissime scorciatoie e svariati sacrifici: ma il risultato concreto è aver potuto mantenermi libero di creare ed agire senza condizionamenti. E questo è un modo molto luciferiano di gestire la propria carriera e il proprio modus vivendi. Sta di fatto che anche di fronte alle reticenze di alcuni interlocutori editoriali (il nome Lucifero suscita disagio anche negli ambienti sedicenti alternativi) non mi ha indotto a rivedere il progetto. Tutto è rimasto come nelle mie intenzioni originarie.

D: Un’ ultima domanda a proposito del tuo nuovo album, ascoltando dalla prima all’ultima traccia sembra un percorso evolutivo, almeno è così che l’ho percepito. Nelle prime due tracce sembra quasi una sorta di momento meditativo e una presa di coscienza, la terza traccia comincia a delinearsi qualcosa che si addentra nella parte oscura della propria “anima” e nell’ultima traccia si percepisce quella che definisco L’Illuminazione di Fosforo. Questa ovviamente è ciò che ha scatenato in me ascoltando l’album. Pensi che l’interpretazione sia “soggettiva” in opera come questa oppure deve mandare un messaggio preciso all’ascoltatore?

R: Una ricezione e interpretazione soggettiva dell’ascoltatore è pressoché inevitabile e non deve certo essere limitata o censurata dalle eventuali informazioni che il compositore offre. Certamente in “Lucifero Alchemico” c’è uno schema strutturale del percorso che lo ha ispirato. Un percorso Iniziatico che in qualche modo si rifà alla Grande Opera, identificando i quattro brani con le fasi alchemiche del percorso stesso. Il primo brano è una sorta di prologo che rappresenta lo stato dell’individuo prima della presa di coscienza, la voragine magmatica di debolezze, dubbi, frustrazioni, inganni da cui è travolto. Quindi, i successivi tre brani rappresentano idealmente la Nigredo, l’Albedo e la Rubedo, anche se questa è in verità una semplificazione perché ogni brano contiene svariati altri riferimenti esoterici. Ma la struttura basilare dell’opera è quella. È corretto quello che tu vedi nello svolgersi di questo percorso sonoro e nel suo esito: il Fosforo emblematico luciferiano è la chiave d’accesso all’Illuminazione a cui pervieni dopo la rinascita, a sua volta conseguenza del processo di morte-putrefazione. Dunque, l’ascoltatore può tenere conto di tutto questo, ma non deve sentirsi vincolato a seguire un approccio solo culturale e metaforico. Il disco va goduto empaticamente e psichicamente immergendosi in esso.

Interview with Deca

Federico de Caroli

Widely known under the pseudonym Deca, with which he signed most of his discography, he established himself above all as an author of electronic music and ambient music, later approaching other artistic fields such as theater, multimedia and television. Author of music for RAI for at least a decade, he is considered one of the greatest living Italian composers and one of the most expert sound experimenters. Currently, his earliest recordings are sought after as highly collectible musical pieces. His music is distributed in Europe and Asia on the EMI catalog and in America on the Hollywood-based APM Music catalog. He has made the dream dimension the keystone of his personal and artistic life, also cultivating a narrative vein by signing some fantastic and surreal novels. He was one of the founders and promoters of the Distonirism Manifesto.

Deca has just released his new album “Lucifero Alchemico”.

In these four musical tracks, the artist transports the listener on a journey, his own, through dense sounds imbued with alchemy.

Like any path that involves immersion in darkness, the various steps of this journey are perceived from the first to the last musical track.

I recommend listening to this album in a moment of tranquility to let yourself be carried away by its sounds so as to have the perception of visiting that part of our mind commonly called the unconscious to get to the point of personal gnosis.

After this introduction, the time has come to let the author speak:

Question: Hi Federico, I am very happy to talk to you about your new work. Can you tell us what inspired you, considering that these are sounds that recall an approach to Luciferian spirituality?

Answer: The inspiration did not come from a single “moment”, but grew over time in the wake of a personal journey. A cultural, study and knowledge path. There is a rational component that links these compositions to alchemy, numerology and esoteric sciences in general. And then there is a more psychic component that allowed me to bring out deep energies, pouring the essence of my awareness and my idea of ​​the world into the creation of sounds and into the actual musical writing. Regarding the Luciferian reference that is so evident and indicative in the title of the album itself, it certainly constitutes the gnostic component of this idea of ​​the world which in fact played a substantial role.

Question: I ask: As you just said, this is a real spiritual journey, how long did it take you to elaborate such a complex work?

Answer: In 2016 I started to produce and process the sounds which then went into making the music. There have been different processes of sound generation, also using unorthodox methods, such as recording voices in sleep or intercepting electromagnetic disturbances which are then amplified and manipulated … This is parallel to the use of traditional instruments such as the piano and synthesizers, which however are not predominant in this work and in fact this record hardly has an electronic aura. The four songs were built using a very wide variety of sounds. Between 2017 and 2018 I then completed the drafting of the music, facing various stages of changes and refinements. I honestly cannot say that it was a linear and continuous work, also because this work has matured over time while I was working on other projects. The fact that the album was released in 2021 was due, in part to the hesitation and sometimes to the ostracism of some music labels initially interested in producing it, but which later proved to be held back by prejudices, this then convinced to publish the musical work independently with my label.

Question: Yours was a courageous choice, you in fact preferred the freedom and individualism that is fundamental to the Luciferian philosophy. Many would have initially thought of materialism. Do you think that one day you will be able to regret this choice?

Answer: A path of conscious acquisition of one’s vocations and aspirations, especially if cultivated over time, I believe that it can hardly lead to rethinking, repentance, radical changes. I think that denying one’s choices in this sense would be a sign of madness. There is a foundation of pride that has built up over the years. I have always taken on the burden of almost total independence in a context such as the artistic and above all the record one. Very few compromises, very few shortcuts and various sacrifices: but the concrete result was that of keeping myself free to create and act without conditioning. And this is a very Luciferian way of managing one’s career and modus vivendi. The fact is that even in the face of the reluctance of some editorial interlocutors (the name Lucifer arouses discomfort even in self-styled alternative environments) it did not lead me to review the project. Everything remained as in my original intentions.

Question:A final question about your new album: listening to it from the first to the last track appears as an evolutionary path, at least that’s how I perceived it. The first two musical tracks appear almost a sort of meditative moment and an awareness, in the third musical track something begins to take shape that penetrates into the dark part of one’s “soul” and in the last track one perceives what I call Illumination of Phosphorus. This was my perception when listening to the album. Do you think that in a work like this interpretation can be “subjective” or should it be able to send a precise message to the listener?

Answer: A subjective reception and interpretation by the listener is almost inevitable and must certainly not be limited or censored by any information that the composer offers. Certainly in “Lucifero Alchemico” there is a structural scheme of the path that inspired him. An Initiatic path that in some way refers to the Great Work, identifying the four musical pieces with the alchemical phases of the path itself. The first piece of music is a sort of prologue that represents the state of the individual before becoming aware, the magmatic chasm of weaknesses, doubts, frustrations, deceptions by which he is overwhelmed. Therefore, the following three pieces of music ideally represent the Nigredo, the Albedo and the Rubedo, even if this is actually a simplification because each piece contains several other esoteric references. But the basic structure of the work is this. It is right what you see in the unfolding of this sound journey and in its outcome: the emblematic Luciferian Phosphorus is the key to access the Enlightenment that is reached after rebirth, in turn a consequence of the death-putrefaction process. Therefore, the listener can take into account all this, but he should not feel constrained to follow a cultural and metaphorical approach only. The disc must be enjoyed empathically and psychically by immersing yourself completely in it.

Naonghaithya.La Via Sinistra incontrerà l’Azione. Un’ Invocazione di Eric Hanley (TOPH). ITA/ENG.

Naonghaithya
La Via Sinistra incontrerà l’Azione
.

Il 30 gennaio, una settimana fa, ho invitato i miei compagni Luciferiani a partecipare a un’Invocazione di Naonhaithya.
Questo Daeva corrisponde al Manipura Chakra, del plesso solare.
Si dice che Naonhaithya sia la congiunzione e l’unione delle forze di Taromati, eppure è un confederato separato e unico tra quei seminatori e produttori di veleno.
Naonghaithya rappresenta uno dei poteri dei Quattro Inferi, ovvero Dushvarshta, “L’Azione Malvagia”.
Il “male” qui rappresenta l’individuo che rifiuta di accontentarsi del pensiero conformista e dell’obbedienza, che poi combina le forze Ida e Pingala di Samael e Lilith (Ahriman e AZ), riposando nel chakra Muldhara per iniziare a combinare in modo intelligente quella forza e creare le condizioni per azioni ribelli e ostinate per i desideri del Daemon.
L’azione e il superamento delle condizioni che sigilleranno la tua volontà e il tuo desiderio nei fatti corrispondono anche alle Potenzialità Ultime del lato oggettivo della coscienza che corrisponde anche al concetto di Shiva.
I testi zorastriani descrivono questo Daeva come un “demone dalla personalità incipiente”, così definito in una fase iniziale quando comincia a manifestarsi o svilupparsi. “
Sei disposto a creare gli elementi di cui hai bisogno per vedere i tuoi desideri avverarsi?
Il vostro malcontento per qualsiasi cosa vi dice che questo Daeva ha una voce nella vostra coscienza.
Alcuni pensano di doversi ribellare contro l’intera Terra o le istituzioni esterne per ottenere qualcosa. Potrebbero incolpare la famiglia o gli amici o cercare di sottomettere gli altri alla loro volontà quando non sanno nemmeno come allineare la propria volontà con il loro Daemon, che ha le risposte che cercano per l’adempimento delle loro passioni.
Questo rituale sarà condotto durante il periodo dell’anno in cui i Principi e le Tribù di Behemirion sono prevalenti, quindi ti suggerisco di usare l’Asral (Aria) per portare la tua volontà a questo rito. In altre parole, la conoscenza di come mettere insieme la tua volontà infernale per portare avanti le tue azioni sinistre oltre a includere colori e temi che corrispondono sia alle tribù demoniache che a questo Daeva.
Il pianeta associato al chakra Manipura è Giove, e il suo opposto polare per l’invocazione è la Luna.
Alcuni sembrano pensare che il sinistro coincida sempre con un comportamento offensivo o aggressivo, e questo a volte è il caso, ciò di cui si ha bisogno per sperimentare effettivamente Dushvarta, (“L’Azione Malvagia”) consiste nel cercare prove dirette e specifiche degli elementi essenziali di cui avranno bisogno per ottenere tutto ciò che serve al Daemon, che sa esattamente cosa soddisferà i desideri carnali ed empirici.
In altre parole, il fuoco luminoso dell’intelligenza su qualsiasi questione specifica, le azioni necessarie per raggiungere questo obiettivo e la volontà di spostare la coscienza relativa in qualsiasi posizione necessaria per farlo (La “Menzogna”), Che si tratti della forza di Aeshma o del Natura seducente e vampirica di AZ, l’individuo che sta praticando Yoga Ahrimanico (se ha avuto il tempo di farlo) avrà una conoscenza intuitiva/istintiva dopo questo rito su come avviare il processo di esecuzione di qualsiasi piano.

Invocazione di Naonhaithya

Lo Yatus può utilizzare la tecnica di fusione nel cerchio descritta nell’Invocazione di Taromati disponibile negli articoli precedenti.
Userò uno specchio nero, con una piccola candela posta di fronte, canterò il nome del Daeva mentre fisserò lo spazio tra la luce e l’oscurità all’interno dello specchio, offrirò anche lo sporco del cimitero formato nel nome daeva come descritto nel Grimorio “Drauga” di Michael W.Ford.
Un’altra tecnica che uso insegnatami da alcune streghe molto esperte è quella di usare lo sporco di una tomba, mescolato con colori ed erbe appropriati per dipingere un sigillo per scopi rituali nella posizione del chakra in questione.
Canta il nome fino a quando non avrai ottenuto una separazione dalla coscienza di veglia.
Dopo che l’invocazione è terminata, assicurati di aspettare, ascoltare e annotare le visioni o le esperienze che hai avuto.

Naonghaithya x 7
Nai-ki-yas-ata Ah-zaz

(ripetete finché il Daeva non si sarà risvegliato nella vostra coscienza, come suggerito in molti libri, dopo dimentica completamente il lavoro, o dai ai Daeva un’offerta / libagione. Io bevo sempre una coppa che simboleggia il sangue in onore di Lilith per onorare le ombre del cerchio di Caino.

Riferimenti:
1} http://www.avesta.org/dhalla/history4.htm , recuperato il 24 gennaio 2021
2) Drauga, Michael W. Ford, 2014, Kindle Addition
3) The Bible of the Advesary, 10th Annaversery Addition, 2017 4)
https://www.merriam-webster.com/dictionary/incipient , recuperato il 24 gennaio 2021

Naonghaithya
Sinister will meets Action

On January 30th one week from today I invite my fellow Luciferians to participate in an Invocation of Naonhaithya.
This Daeva corresponds to the Manipura Chakra, of the solar plexus.
Naonhaithya is said to be the conjunction and joining of the forces of Taromaiti, yet a separate and unique confederate of those sowers and makers of poison.
Naonghaithya represents one of the powers of the Four Hells, being Dushvarshta, Evil Deed.
Evil here represents the individual who refuses to settle for conformist thinking and obedience, who then
combines the Ida and Pingala forces of Samael and Lilith (Ahriman and AZ), resting in the Mulandura chakra to begin to intelligently, and beneficially combine that force and create the conditions for rebellious and self willed actions towards the desires of the Daemon. Action and bridging forth of the conditions which will seal your will and desire into deeds also corresponds to the Ultimate Potentiality of the Objective side of consciousness which also corresponds to the concept of Shiva. The Zorastrian texts describe this Daeva as a “ Demon of incipient personality”, Which is defined as “in an initial stage; beginning to happen or develop.”
Are you willing to create the elements you need to see your desires come true?
Your discontent with anything tells you this Daeva has a voice in your consciousness. Some think they must rebel against the entire Earth or Outward institutions in order to achieve anything.
They might blame family, or friends, or seek to subject others to their will when they don’t even
know how to bring their own will into alignment with the Daemon, which has the answers they
seek for the fulfillment of their passions.
This ritual will be conducted during the time of year that the Princes and Tribes of Behemirion are prevalent, so I suggest you use the Asral (Air ) to bring for the Bearing of your will upon this rite. In other words, the knowledge of how to put your infernal will together in order to bring forth your sinister deeds.As well as include colors and themes that correspond to both the Demonic Tribes and this Daeva. The planet associated with the Manipura chakra is Jupiter, and its polar opposite for Sparian invocation is the Moon. Some seem to think that sinister always coincides with offensive or aggressive behaviour, and that is
sometimes the case, what one needs in order to actually experience Dushvarta, ( Evil Deed ) is to seek and direct and specific evidence of the essential elements they will need to achieve anything which serves the Daemon, which knows exactly what will satisfy the Carnal and Empirical desires they have .
In other words , the luminous fire of intelligence on any specificmatter, the actions needed to achieve this, and the willingness to shift relative consciousness to whatever position needed to get it done ( The Lie ), Be it the force of Aeshma, or the seductive and Vampyric nature of AZ, the individual who is practicing Ahrimanic Yoga ( if they have taken the time to do so ) will have intuitive/instinctual knowledge after this rite as to how to start the process of executing any plan.
Invocation of Naonhaithya
The Yatus may utilize the circle casting technique described in the Invocation of Taromatai which is available in previous articles. I will be utilizing a black mirror, with a small candle placed in front of it, I will chant the name of the Daeva whilst staring into the space between the light and the dark within the mirror, I will also offer graveyard dirt formed into the daevas name as described in the Grimoire Drauga. Another technique I use taught to me by some very knowledgeable witches is to use the gravedirt , mixed with appropriate colors and herbs to paint a sigil for ritual purposes in the location of the chakra in question. You want to chant the name until you have achieved a separation from waking consciousness. After the invocation is finished, be sure to wait , and listen, and write down any visions or experiences you have had.

Naonghaithya x 7
Nai-ki-yas-ata Ah-za


Repeat until the Daeva has awakened in your consciousness, as suggested in many adversarial books, forget the working totally afterwards, or give the
Daeva an offering/ libation and I always drink a cup symbolizing blood in honor of Lilith to honor
the shades of the circle of Cain.
References:
1} http://www.avesta.org/dhalla/history4.htm , recuperato il 24 gennaio 2021
2) Drauga, Michael W. Ford, 2014, Kindle Addition
3) The Bible of the Advesary, 10th Annaversery Addition, 2017 4)
https://www.merriam-webster.com/dictionary/incipient , recuperato il 24 gennaio 2021


“Io, satanista spagnola” di Geena Pinés (ITA-ESP-ENG)

trad. Sara Ballini

Si, sono satanista. Ho dovuto percorrere un lungo cammino prima di poter dire questa frase e non sentirmi in dovere di dare spiegazioni ma sentendomi orgogliosa. Comunque, non è qualcosa che sia successo dalla mattina alla sera, quindi per raccontarvi la mia esperienza dovrei cominciare dalla mia adolescenza, quando ho iniziato davvero a domandarmi il senso di alcune cose, tra cui il sistema di convinzioni nel quale ero cresciuta, considerando che, in Spagna, anche se costituzionalmente presumiamo di essere uno stato laico, c’è una lunga tradizione cattolica dalla quale è difficile scappare, la stessa che oggi è colpevole di tanti falsi stereotipi che oggi dobbiamo smentire.

Ricordo che avevo circa 13 anni quando cominciai ad interessarmi al mondo dell’occultismo, anche se non in forma diretta: per me sono stati due percorsi separati che si sono ricongiunti in seguito. Sono stata una di queste adolescenti che mettevano in dubbio tutto, creando situazioni scomode ogni volta che l’argomento della conversazione era la religione, anche se non mi definivo satanista. Adesso vedo chiaramente che lo ero già e che decidere di definirsi in questo modo è stata solo una questione di tempo; il tempo necessario per dare un nome a quello che pensavo e che sentivo sin dalla più tenera età.

Durante molti anni non volli definirmi in questo modo, nascondendomi con la scusa di voler scappare dalle etichette ma, volendo essere onesta, credo che il problema sia stato che durante molto tempo non ero preparata a che gli altri mi considerassero satanista. Fino a circa due anni fa.

Ho conosciuto “Satanistas de Espana” casualmente, grazie al mio lavoro come artista dedita al Burlesque che, sia detto, è stata un’altra grande ragione per rivendicarmi come satanista perché anche il solo fatto che come donne possiamo decidere di fare del nostro corpo quello che vogliamo, permette all’opinione pubblica di demonizzarci. Mi è costato ma ho capito che era giunto il momento di appropriarsi di questo termine.

Nel novembre del 2019 si tenne una gioranta organizzata dall’Univeridad Complutense de Madrid, organizzata da AJCIE (Associazione di Giovani ricercatori nelle Scienze delle Religioni) dove abbiamo partecipato con Satanistas de Espana come collaboratori, chiamandola “L’Esperienza Sinistra”. In questa giornata abbiamo trattato numerose tematiche relative al Sentiero della Mano Sinistra, includendo magia, satanismo e luciferianismo; taller di letteratura, cinema e arte, tra le altre cose in un’ottica accademica. Per farvi un’idea di come si vive l’argomento in Spagna, ci sono stati gruppi che protestarono davanti alla Facoltà con crocifissi e volantini, spargendo sale sulle porte e gridando ogni tipo di slogan tipico del cattolicesimo nazionale.

Alla fine della giornata ci fu un evento che chiamammo “Show Rituale” che consisteva né più né meno che in uno show di Burlesque con una certa iconografia (una delle performers regalava delle mele ai membri del pubblico) e, per la nostra sorpresa, qualche minuto prima di cominciare lo spettacolo, ci siamo rese conto che fuori c’erano delle persone pregando il rosario e leggendo esorcismi per la nostra anima. Non era finita.
Usarono di nuovo l’acqua benedetta sulle persone che vedevano uscire dal locale con una certa estetica oscura…

Ve lo racconto perché per me è stato un momento di riflessione molto importante.
Come vi dicevo in precedenza, all’improvviso mi trovai ad essere completamente demonizzata e accusata di autentiche barbarità (dall’invocare Satana per distruggere la Spagna fino al sacrificio degli animali).
In quel momento ho avuto tutto chiaro: per i cattolici fondamentalisti (purtroppo in Spagna al giorno d’oggi ne esistono molti in tutti gli ambiti) io rappresentavo qualcosa di atroce. Non vi negherò che quella notte, nonostante mi sentissi un po’ una Rockstar, percepì un molta ansia, perché una parte di me continuava a non accettare la parola “satanista” per definirmi e adesso vedevo chiaramente che non era per quello che pensavo o credevo ma perché gli altri avrebbero potuto fraintendere.

E’ stato un processo di apprendimento da molti punti di vista, ma finalmente ho abbracciato questa parola e l’ho detta: “sono satanista”. D’altra parte, dire di essere atei è definire ciò che non si è, quindi dire: “si, sono satanista, non è qualcosa di sbagliato, infatti mi ha portato soltanto cose belle. Ho conosciuto e continuo a conoscere persone meravigliose dalle quali imparo ogni giorno, dibattiamo, condividiamo letture e riferimenti e, soprattutto: c’è rispetto, un rispetto assoluto per gli altri e questo non è facile quando si riuniscono persone con diversi punti di vista in tanti ambienti. In “Satanistas de Espana” potete trovare persone di tutte le correnti del Sentiero della Mano Sinistra, alcuni si definiscono satanisti, altri luciferiani ma in definitiva, sono i punti in comune quello che ci ha permesso di creare una comunità sicura e credo che non solo per me, ma anche per molti altri: ci ha dato la spinta necessaria per poter parlare della nostra religiosità e non giustificarci per questo.

Mi ha aiutato ad esplorare un cammino molto interessante nel mio lavoro di artista di Burlesque perché considero che ogni show comporta un rituale, oltre a utilizzare l’archetipo di Lilith per questo fine, come donna liberata e consapevole del suo potere, alla quale non importano i dettami della morale comune su come dovrebbe essere una donna (in definitiva, il Burlesque tratta proprio di questo). Poco tempo fa ho partecipato ad un evento del The Satanic Temple TV (USA) da sola e con The Pussifers, un duo di “satanic burlesque” che ho formato con un’amica satanista e performer. Come vi dicevo, Satana mi ha portato solo cose buone.

Soprattutto, credo che sia importante disfarsi di sterootipi che sono tanto radicati nella società.
Non parlo solo della società spagnola, di tradizione profondamente cattolica, che è dove vivo, ma di tutte, perché al giorno d’oggi nessuno metterebbe in dubbio le capacità di svolgere un lavoro, fare politica o tira su una famiglia (per fare esempi quotidiani) di qualcuno che si definisca cattolico mentre invece il satanismo è qualcosa che dobbiamo ancora tenere nascosto. Non pretendo dire, con questo, che non sia giusto farlo, perché ognuno è libero e responsabile di se stesso e di quello che voglia rivelare, ma penso che sia importante lavorare insieme perché chi vuole farlo non sia venga emarginato per questa ragione.

Geena P.

Sí, soy satanista. He tenido que recorrer un largo camino para poder decir esta frase y no sentir que tengo que dar explicaciones, sino sentirme orgullosa de ello. Pero esto no es algo que haya sucedido de la noche a la mañana, así que para comenzar a relatar mi experiencia, debería remontarme a mi adolescencia, cuando comencé de verdad a plantearme algunas cosas, entre ellas el sistema de creencias con el que había crecido, ya que, en España, aunque constitucionalmente se presuma de ser un estado aconfesional, hay una larga tradición católica de la que es difícil huir, la misma que es culpable de que tengamos que desmentir tantos falsos estereotipos a día de hoy.

Recuerdo que tenía unos 13 años cuando empezó a interesarme todo el mundo del llamado ocultismo, aunque no de forma directamente relacionada, para mí fueron dos cosas que se dieron por separado y más tarde encontré la relación. Fui una de esas adolescentes que lo cuestionaban todo, hasta crear momentos incómodos cada vez que la religión era el tema de conversación, aunque no me definía como satanista, ahora veo claro que ya lo era y que no fue una cuestión de decidir serlo, sino de ponerle nombre a lo que pensaba y sentía desde temprana edad.

Durante muchos años no quise ponerle ese nombre, escudándome en huir de las etiquetas, pero, seamos honestos, creo que el problema es que, durante mucho tiempo, no estuve preparada para que los demás me leyeran como satanista. Hasta hace unos dos años.

Entonces comencé a buscar más información sobre satanismo (ya había leído libros básicos sobre el tema cuando era adolescente), algunas organizaciones llamaron mi atención, como por ejemplo TST (The Satanic Temple) en Estados Unidos, de ellos me gustó su lado político y la diversidad que había entre sus miembros, aunque incluso en este momento no me sentía cómoda con la “etiqueta”.

Conocí Satanistas de España por casualidad, por mi trabajo como artista de Burlesque que, dicho sea de paso, fue otra gran razón por la que reivindicarme como satanista, ya que el mero hecho de que como mujeres hagamos con nuestros cuerpos lo que queramos, hace que nos demonicen, me costó, pero entendí que de esta forma nos apropiamos del término.

En noviembre de 2019 tuvo lugar una jornada organizada en la Universidad Complutense de Madrid, organizado por AJCIR (Asociación de Jóvenes Investigadores en Ciencias de las Religiones) y donde Satanistas de España participamos en calidad de colaboradores, llamada “La experiencia Siniestra”. En ella se trataban numerosos temas relativos al sendero de la mano izquierda, incluyendo magia, satanismo y luciferismo, representaciones en literatura, cine y arte, entre otras muchas ponencias desde el punto de vista académico. Para que os hagáis una idea de como se ve el tema en España, hubo grupos que acudieron a la facultad con crucifijos y panfletos, echaron sal en las puertas y gritaron todo tipo de consignas propias del nacionalcatolicismo.

El fin de la jornada fue un evento que llamamos “Show Ritual”, que consistía ni más ni menos que en un show de Burlesque con cierta iconografía (una de las performers repartió manzanas a algunos miembros del público) y para nuestra sorpresa, minutos antes de comenzar el espectaculo, teníamos fuera a un grupo de personas rezando rosarios y leyendo exorcismos en pos de nuestras almas. Pero la cosa no quedó ahí, de nuevo hicieron uso del agua bendita hacia las personas que veian con cierta estética oscura cuando estas salían del local… resumiendo, que, como os imagináis, había un show dentro y otro fuera. De hecho vino bastante prensa y aún a día de hoy nos siguen preguntando por aquello.

Os cuento esto porque para mí fue un punto de inflexión muy importante. Y es que, como antes os comentaba, de repente me encontré completamente demonizada y acusada de auténticas barbaridades (desde invocar a Satanás hasta querer destruir España, pasando por los sacrificios de animales) y lo ví claro: para el católico funamentalista (lamentablemente en España a día de hoy está muy presente en muchos ámbitos) lo que yo representaba era una atrocidad. No negaré que aquella noche, pese a sentirme un poco Rockstar, también tuve ansiedad, pues una parte de mí seguía sin querer aceptar la palabra “satanista” para definirme y ahora veía claro que no era por lo que yo pensara o creyera, sino porque los demás pudieran tergiversarlo.

Fue todo un proceso de aprendizaje en muchos sentidos, pero finalmente abracé esa palabra y lo dije. En efecto, ser ateo es definir lo que no eres, pero no define lo que sí eres, así que: Sí, soy satanista, y no tiene nada de malo, de hecho solo me ha traído cosas buenas. He conocido y sigo conociendo a personas maravillosas de quienes aprendo cada día, debatimos, compartimos lecturas y referencias y, sobre todo, hay respeto, un respeto absoluto por los demás, lo cual no suele ser fácil cuando se unen personas con distintos puntos de vista en muchos ámbitos. En Satanistas de España encontramos a personas de todas las ramas del sendero de la mano izquierda, algunos que se llaman a sí mismos satanistas, otros luciferinos, pero en definitiva, son los puntos en común los que nos han permitido crear una comunidad segura y creo que no solo a mí, sino a muchos de mis compañeros, nos ha dado ese empujón para poder hablar de nuestra religiosidad y no justificarnos por ello.

Me ha ayudado a explorar un camino muy interesante en mi trabajo como artista de Burlesque, ya que considero todo un ritual lo que conlleva un show, además de haber asumido que utilizo el arquetipo de Lilith para ello, como mujer empoderada y liberada, a quien no le importa lo que dicten las normas sobre lo que una mujer debría ser (en definitiva, es de lo que trata el Burlesque) y he de decir que he crecido mucho como artista y como mujer. De hecho hace poco participé en un evento de The Satanic Temple TV (USA) tanto en solitario como con “The Pussyfers”, un dúo de “satanic burlesque” que he formado con otra compañera Satanista y performer. Como os decía, a mi Satán solo me ha traído cosas buenas.

Sobre todo, creo que es importante deshacerse de los estereotipos que tan arraigados tenemos en la sociedad. No hablo ya solo de la española, de tradición profundamente católica, que es donde vivo, sino de todas, porque a día de hoy nadie pondría en duda las capacidades para desempeñar un trabajo, hacer política o criar una familia (por poner ejemplos cotidianos), de alguien que se denomine católico, en cambio el satanismo es algo que se suele llevar en secreto. No pretendo decir con esto que no haya que hacerlo, pues cada uno es libre y responsable de sí mismo y de lo que quiera revelar, pero sí creo que es importante que trabajemos entre todos para consegir que quienes queramos hacerlo no seamos señalados por ello.

Geena P.

Yes, I am a Satanist. I have had to go a long way to be able to say this phrase and not feel like I have to explain, but rather feel proud of it. But this is not something that happened overnight, so to begin to relate my experience, I should go back to my adolescence, when I really began to think about a few things, including the belief system that I had grown up with. , since, in Spain, although constitutionally it is presumed to be a non-denominational state, there is a long Catholic tradition from which it is difficult to flee, the same one that is guilty that we have to deny so many false stereotypes today.

I remember that I was about 13 years old when the whole world of the so-called occult began to interest me, although not in a directly related way, for me they were two things that happened separately and later I found the relationship. I was one of those teenagers who questioned everything, even creating uncomfortable moments every time religion was the topic of conversation, although I did not define myself as a Satanist, now I see clearly that I already was and that it was not a matter of deciding to be one, but to name what he thought and felt from an early age.

For many years I did not want to give it that name, hiding myself from avoiding labels, but, let’s be honest, I think the problem is that, for a long time, I was not prepared for others to read me as a Satanist. Until about two years ago.

So I started looking for more information about Satanism (I had already read basic books on the subject when I was a teenager), some organizations caught my attention, such as TST (The Satanic Temple) in the United States, of them I liked their political side and the There was diversity among its members, although even at this point I was not comfortable with “etiquette.”

I met Satanistas de España by chance, through my work as a Burlesque artist, which, incidentally, was another great reason to vindicate myself as a Satanist, since the mere fact that as women we do with our bodies what we want, makes That they demonize us, it cost me, but I understood that in this way we appropriate the term.

In November 2019, a conference was organized at the Complutense University of Madrid, organized by AJCIR (Association of Young Researchers in Sciences of Religions) and where Satanists from Spain participated as collaborators, called “The Sinister Experience”. It dealt with numerous topics related to the path of the left hand, including magic, Satanism and Luciferianism, representations in literature, cinema and art, among many other lectures from the academic point of view. To give you an idea of ​​how the subject is seen in Spain, there were groups that came to the faculty with crucifixes and pamphlets, threw salt on the doors and shouted all kinds of slogans typical of National Catholicism.

The end of the day was an event that we called “Show Ritual”, which consisted of neither more nor less than a Burlesque show with certain iconography (one of the performers distributed apples to some members of the public) and to our surprise, minutes before Before the show began, we had a group of people outside praying rosaries and reading exorcisms in pursuit of our souls. But the thing did not stop there, again they made use of holy water towards people who saw with a certain dark aesthetic when they left the premises … summarizing, that, as you imagine, there was a show inside and another outside. In fact, a lot of press came and even today they keep asking us about that.

I am telling you this because for me it was a very important turning point. And it is that, as I mentioned before, suddenly I found myself completely demonized and accused of authentic barbarities (from invoking Satan to wanting to destroy Spain, passing through animal sacrifices) and I saw it clearly: for the fundamentalist Catholic (unfortunately in Spain today it is very present in many areas) what I represented was an atrocity. I will not deny that that night, despite feeling a bit Rockstar, I also had anxiety, because a part of me still did not want to accept the word “satanist” to define myself and now I saw clearly that it was not because of what I thought or believed, but because others might misrepresent it.

It was quite a learning process in many ways, but I finally embraced that word and said it. Indeed, being an atheist is defining what you are not, but it does not define what you are, so: Yes, I am a Satanist, and there is nothing wrong with it, in fact it has only brought me good things. I have met and continue to meet wonderful people from whom I learn every day, we debate, share readings and references and, above all, there is respect, absolute respect for others, which is not usually easy when people with different points of view join in many areas. In Satanistas de España we find people from all branches of the left hand path, some who call themselves Satanists, others Luciferians, but ultimately, it is the commonalities that have allowed us to create a safe community and I believe that not only me,

It has helped me explore a very interesting path in my work as a Burlesque artist, since I consider a whole ritual what a show entails, in addition to having assumed that I use the Lilith archetype for it, as an empowered and liberated woman, whom He doesn’t care what the rules dictate about what a woman should be (in short, it’s what Burlesque is all about) and I have to say that I’ve grown a lot as an artist and as a woman. In fact, recently I participated in an event of The Satanic Temple TV (USA) both alone and with “The Pussyfers”, a duo of “satanic burlesque” that I have formed with another fellow Satanist and performer. As I was saying, Satan has only brought me good things.

Above all, I think it is important to get rid of the stereotypes that are so ingrained in society. I am no longer talking only about the Spanish, with a deeply Catholic tradition, which is where I live, but about all of them, because today no one would question the abilities to carry out a job, do politics or raise a family (to give everyday examples) , of someone who calls himself a Catholic, instead Satanism is something that is usually carried in secret. I do not mean to say that we should not do it, since each one is free and responsible for himself and for what he wants to reveal, but I do believe that it is important that we work together to ensure that those of us who want to do it are not singled out for it.

Geena P

Info: https://satanistas.es/

Riflessioni di Eric Hadley (TOPH) durante i lavori con Hekate Phosphorus – (ITA/ENG)

La storia registra una terribile ridenominazione della potenzialità umana da quella di ciò che potrebbe essere possibile per ciascuno di noi a un nome che ha personificato intenti malefici per molti anni.
Quello che rappresentava il figlio di Aurora, l’Alba che porta Lucifero, divenne un nome che demonizzava qualsiasi ex essere divino che rappresentava il mondo sotterraneo o la possibilità che gli umani avessero lo stesso onore degli dei.
Gli umani non avrebbero ricercato più la grandezza e il ricordo immortale perché questo doveva essere riservato a icone religiose come il Papa o la sua fede in un uomo morto come dio.
I cristiani demonizzarono questa idea e mandarono all’inferno le possibilità che tutti possediamo e qualsiasi nome mitologico che potesse supportare questa idea.
Per essere esatti, il nome Lucifero non implicava mai che la Stella del Mattino fosse un Dio, la poesia classica associata a questo nome comunicava un senso di novità e un giorno nuovo di zecca con il sorgere del sole. Il folklore associato a questo nome è allo stesso tempo bello e allegorico.
Il pianeta Venere, che danza con il segno della madre (la luna). È interessante notare che Kenneth Grant ha suggerito una possibile connessione tra i culti preistorici della madre e del figlio bastardo che hanno un simbolismo che si trova nella Magia delle Vie della Mano Sinistra.
In tanti hanno perso molto tempo, cercando di capire chi è questo individuo, cosa rappresenta, spesso sbagliando.
Alcuni desiderano persino inchiodare questo nome a un costrutto prestabilito e vietano ai Luciferini di associare questo nome a Satana, al Luciferismo o alle credenze filosofiche che fanno eco alla voce dell’Avversario.
Il folklore associato a questo nome è allo stesso tempo bello e allegorico.
Il pianeta Venere, che danza con il segno della madre (la luna).
È interessante notare che Kenneth Grant ha suggerito una possibile connessione tra i culti preistorici della madre e del figlio bastardo che hanno un simbolismo nella magia della mano sinistra. stesso tempo bello e allegorico. Alcuni desiderano persino inchiodare questo nome a un costrutto prestabilito e vietano ai Luciferini di associarlo ad  Hekate, spesso identificata come la  stessa di Diana e Artemide, che sembra dirci qualcosa tramite il simbolismo della torcia.
Che cosa si è perso esattamente quando questi tipi di credenze sono stati messi fuorilegge?
Gli antichi riconoscevano che l’aspetto femminile della divinità era reale e potente quanto le divinità maschili. La storia ha preso una svolta patriarcale negli ultimi duemila anni.
Per essere più precisi, la capacità degli umani di attraversare il baratro tra la vita e la morte è stata bandita e definita un abominio dalla nuova religione che ha preso il potere.
Gli imperi del mediterraneo consideravano il trasporto della torcia come rappresentazione del potenziale umano per compiere atti divini.
Nella Teogonia, Ecate è nota per aver difeso gli dei dell’Olimpo con le sue torce e ha ricevuto un grande onore. Questo la rende una preolymiana con un passato più antico di Zeus.
Quindi, vediamo una divinità femminile, che mette il giovane Zeus nella sua posizione e difende il nuovo regime.
Perché? Suggerirei che proprio come nella nostra filosofia luciferina di conquistare ciò che ci reprime, Ecate tenne alte le sue torce e le usò come arma contro le regole restrittive e la schiavitù dei Titani, rendendo
chiunque volesse usare la sua saggezza un Lucifero.
Mitologicamente, i monoteisti ci hanno fatto un regalo. Quando hanno riunito ogni nome che rappresenta la grandezza che gli umani o la grandezza che le divinità degli inferi possono possedere, e hanno reso l’oscurità dell’Ade un peccato, hanno creato una mitologia che i Maghi e Occultisti possono usare,
Molti nomi, volti, storie ed epiteti demoniaci sono le stesse chiavi che Hekate detiene nelle sue mani vaganti notturne.
Lucifero, lo spirito dell’aria, che guida il sentiero dell’Inferno alla ricerca delle streghe è sia un egregore nelle nostre moderne pratiche luciferiane, sia molto personificato anche dal movimento della luna, e da suo figlio bastardo, la stella del mattino.
Sembra molto tempo fa, qualcuno ha deciso che la comunicazione col diamon a era malvagia, e non per gli umani che hanno bandito sua madre, la luna, che risveglia la nostra lussuria, ed è il fuoco stesso della comunicazione demoniaca.
Ecate, nei suoi Inni orfici, è la custode della conoscenza segreta del Serpente, tenendo in mano due serpenti, ed è interessante come questo accada anche con il nostro Yoga Arimanico che usa la simbologia dei due serpenti.
In effetti, dove sono le menti barbare che cantano i versi degli incantesimi di Hekate Phosphorus e i sortilegi che accendono la torcia della Fiamma Nera? E’ questo il vero significato della torcia? Lucifero, lo spirito dell’Aria, che guida il sentiero dell’Inferno cercando streghe è anche un eggregora nelle nostre moderne pratiche luciferiane, ed è molto personificato nei movimenti della luna, e del suo figlio bastardo, la Stella del Mattino. Sembra che molto tempo fa, qualcuno abbia deciso che la comunicazione con il daimon era fosse malvagia, e non adatta agli umani che rigettarono la loro madre, la luna, che risveglia la nostra lussuria ed è il vero fuoco della comunicazione demoniaca.


History records a terrible re-naming of human potentiality from that of what could be possible for each of us to a name that has personified malefic intent for many years. That which used to represent the son of Aurora , the Dawn bringing Lucifer became a name that demonised any former divine being which represented the underworld or the possibility of humans having the same honor as the gods. No longer would humans aspire to greatness, and immortal remembrance because that was to be reserved for religious icons like the Pope or his belief in a dead man as god. The Christians demonized this idea, and sent the possibilities we all possess to hell, and any mythological name that might support this idea. To be exact, the name Lucifer never implied that the Morning Star was a God, the classical poetry associated with this name communicated a sense of newness and a brand new day with the rising of the sun. The folklore associated with this name is both beautiful and allegorical. The planet Venus, dancing with the sign of the mother (the moon). Interestingly, Kenneth Grant suggested a possible connection between pre historical cults of the mother and her bastard son which have a symbolism found in Left Hand Magick. Many have wasted much time, trying to nail down just who this individual is, what he represents and often miss the point. Some even wish to nail this name down to a set construct , and forbid Luciferians to associate this name with Satan, Luciferianism , or philosophical beliefs which echo the voice of the Adversary.
Hekate, often equated as being the same as Dianna and Artemis, seems to be telling us something within the symbolism of the torch. What exactly was lost when these types of beliefs were outlawed? It is certain that the ancients recognized the feminine aspect of divinity to be real, and just as powerful as the male deities. It is also certain that history took a patriarchal turn within the last two thousand years. To be more precise, the ability for humans to traverse the chasm between life and death was outlawed, and named an abomination by the new religion which took over. The empires of the mediterainian viewed the carrying of the torch to represent the human potential to carry out divine acts.
In the Theogony, Hekate is noted for defending the Olympians with her torches, and given high honor. This makes her a pre Olymian with a past older than Zeus. So, we see a feminine deity, putting the young Zeus in his position and defending the new regime. Why? I would suggest that just as in our Luciferian philosophy of conquering that which represses us, Hekate held her torches high and used them as a weapon against restrictive rules and slavery of the Titans, making anyone who would use her wisdom a Lucifer. Mythologically, the monotheists have given us a gift. When they gathered together every name that represents the greatness that humans or the greatness that the the deities of the underworld can possess, and made the darkness of Hades a sin, they created a mythology that Thrugists, Magicians, and Occultists can use, because unlike their putrid and sickening philosophy of suicide and self hatred, we know that all power resides within us as long as we make the effort to use it.

Many names, faces, stories and demonic epithets are the very keys which Hekate holds in her night wandering hands. Indeed, where are the barbarous minds which sing the verses of the Phosphoric spells and incantations which light the torch of the black flame? Is that the meaning of the torch? Lucifer, the spirit of the air, who guides the path of Hell seeking witches is both an egregore in our modern Luciferian practices, and very much personified also by the movement of the moon, and her bastard son , the morning star. It seems a long time ago, someone decided that Diamonic communication was evil, and not for humans which banished his mother, the moon, who awakens our lust,and is the very fire of daemonic communication. Hekate , in her Orphic Hymns, is the gatekeeper to the secret knowledge of the Serpent, holding two serpents , interesting how our Ahrimanic Yoga uses two serpents.

“Hekate Phosphorus” un articolo e un’invocazione a cura di Eric Hanley (ITA-ENG)

Il nome di Hekate è famoso in molte tradizioni magiche e spesso viene e descritta come una Madre della Via Sinistra a causa della sua connessione con la Luna e con la conoscenza negromantica del passaggio dalla terra dei vivi a quella dei morti.
Inni orfici e antichi riti e misteri della Tracia la salutano come la portatrice chiave di quei misteri.
Statue e documenti antichi la associano ai lupi, al potere curativo del serpente, alla conoscenza fosforica dell’altro lato, alla conoscenza di spezzare le catene della servitù create da idee e credenze autolesionistiche.
Hekate rappresenta il potenziale che la Strega Nera può raggiungere scrutando in profondità nella propria oscurità per risvegliare quel desiderio primordiale di essere come il lupo, il serpente, il precursore della conoscenza negromantica. Ancora oggi nei paesi che un tempo abbracciavano la Tracia, la dea Ecate, come viene descritta in frammenti letterari, è collegata al fuoco e al serpente.

“Divide come una o più membrane noetiche, il Primo Fuoco e il Secondo Fuoco, che sono desiderosi di mescolare.” [Ccclxxxii]

Questa forma Hekate, chiamata anche Artemide da neoplatonici come Proclo, possiede un epiteto interessante “con guglie dei draghi” Threcian Magic, 2012, Georgi Mishev, p.182).
Ecate è talvolta rappresentata come cacciatrice e sincronizzata con Artemide, con raffigurazioni di statue in cui porta un arco e una freccia.
La tradizione orfica indica l’allontanamento dalla schiavitù dei Titani e il dono della conoscenza del divenire divino agli umani.

“In altre parole, il punto dell’iniziazione orfica era che l’iniziato diventasse un dio o simile a un dio. Negli inferi viene detto all’iniziato orfico: “O fortunato, o felice! Thau è diventato un dio, essendo stato un uomo. ” Stephen Flowers, PHD, Lords of the Left Hand Path, 1997,
p.57).


Ancora più interessanti sono i modi in cui alcuni di quegli iniziati si rifiutavano di sacrificare animali perché questo era sinonimo di una fede cieca negli dei e non avrebbero condiviso i segreti della divinità, per non parlare dei migliori tagli di carne.
La sua associazione con la cacciatrice per me rappresenta la capacità di proteggere se stessi se necessario per proteggersi, o per fornire la consapevolezza dell’antico concetto di madre: lei, in sincronia con altri epiteti, era la natura stessa e i pericoli notturni rappresentati dalla foresta.
Le sue frecce potrebbero anche servire a vendicarsi se fosse giusto e meritato.
Proprio come indicano le nostre 11 fonti del potere che suggeriscono questo diritto intrinseco del luciferiano.
Molti riferimenti di Oracoli a Ecate la congiurano per ottenere le chiavi del Lato Oscuro della Natura.
Lei per me rappresenta anche il pericolo nel quale incorre chi non rispetta. gli animali che vivono nel bosco. Le differenze di approccio, che siate vegetariani o meno, per sono rappresentate dal Fuoco della Torcia Luciferiana in termini moderni, dove l’individuo sceglie consapevolmente di essere la luce e la divinità che desidera.
Un dato affascinante su Ecate sono le somiglianze che i suoi culti misterici condividono con alcune considerazioni con i rappresentanti del moderno pensiero magico.
Molti approcci iniziatici suggeriscono la scoperta di gnosi o connessione mentale con il subconscio tramite filosofie e tecniche sviluppate da Austin Osmane Spare.

“Perché io sono io: ergo, la verità di me stesso; la mia sfinge, il conflitto, il caos, il vortice,
asimmetrici rispetto a tutti ritmi, obliqui a tutti i percorsi. Io sono il prisma tra bianco e nero: il mio unisono nella dualità. ” Austin Spare, Anatema of Zos.


I “synochesis” erano esseri messaggeri su cui Hekate aveva il potere: presiedeva a “collegare” il punto
focale del baratro tra due i estremi.
La sua conoscenza e la sua magia riguardavano il passaggio dei cancelli per l’iniziato. (Sortia d’Este, Circle for Hekate, 2017, p.138)
Tuttavia, le potenti lezioni da cui l’aspirante Strega può acquisire esperienza riguardano la padronanza degli incubi e dei fantasmi che abitano il piano astrale, e tutto quello che più spaventa le persone.
Hekate è la grande iniziatrice e la Madre della Stregoneria e della Conoscenza tramite l’ auto-illuminazione
che ha resistito come simbolo del dominio femminile della gnosi ctonia nei misteri dello sciamanesimo, nella comunicazione con gli oracoli e nel presagio notturno dei mistici passaggi nella terra dei morti.
I suoi epiteti e nomi sono saldi quanto la reputazione del Titanico che incontrò durante le numerose fasi delle manifestazioni greche e romane di questa famosa dea.
Durante i Saturnali quest’anno, presterò molta attenzione e invocazioni a lei poiché
rappresenta una guerriera provocatoria e vittoriosa contro ciò che trattiene l’individuo dall’auto-deificazione e dall’Apoteosi.
Ecate ha contribuito a concedere la vittoria a Zeus mentre la sua testa era stata inghiottita da suo padre, Cronos, e penso che il possesso di due torce rappresenti la fonte di conoscenza personale che può illuminare l’individuo con i segreti che permetteranno di realizzare i desideri che cerchiamo di realizzare tramite la Stregoneria che pratichiamo.
E’ affascinante la constatazione di che tenga due torce, due coltelli, due fruste o due serpenti emi ricorda l’approccio delle Vie Sinistre che visualizzano un serpente maschio e una femmina nel nostro Yoga Arimanico. Sebbene non ci siano prove storiche che i due concetti siano collegati, è interessante constatare come l’equilibrio sia un concetto che permea la sua mitologia
miti.

“Chiamo Ecate Enodia, adorabile dama, di struttura terrena, religiosa e celestiale, sepolcrale, in una viel zafferano piena di fantasmi oscuri che si meravigliano all’ombra; grandine persiana, cacciatrice invincibile! La portatrice di chiavi del mondo non è mai destinata a fallire. Sulla roccia ruvida per meravigliarti, capostipite e nutrice sii presente ai nostri riti. Propizia il successo ai nostri giusti desideri, accetta il nostro omaggio e l’incenso benedice “.
Inno orfico a Ecate
Data sconosciuta, circa 300 a.C. – 200 d.C.
Trans, Thomas Taylor 1792
(Sortia d’Este, Circle for Hekate, 2017, p.8)

Molti misteri circondano ancora le varie tradizioni del suo culto e la sincronizzazione con altre dee e culture.
Abbastanza interessante considerare che ha legami con i culti di Mitra.

“Perché i misteri di Mitra non sembrano essere più famosi tra i greci di quelli di Eleusi, o di quelli
di Egina, dove gli individui vengono iniziati ai riti di Ecate.” (Sortia d’Este, Circle for Hekate,
2017, p.122)


Invocazione di Ecate Fosforo
Prima di tutto, durante i Saturnalia offrirò ad Ecate cibo e incenso sul mio altare in preparazione a questa invocazione.
Darò anche offerte e libagioni ai suoi animali totemici e agli spiriti dei morti che la servono.
Scriverò ciò che voglio imparare sui sogni e sulla magia lunare e le chiederò di concedermi tale conoscenza ogni finché non avrò ottenuto una risposta.
Molti perdono l’opportunità di trarre beneficio dall’invocazione perché la vedono come una preghiera, una richiesta di aiuto o benedizione.
Ecate nei suoi aspetti più oscuri sembra preferire la sfida e spinge l’individuo a riscoprire il potenziale
che possiede. Prendendo confidenza con il cimitero, meditando sul suo nome vicino a un crocicchio, possiamo vedere che la sua luce brillante (Fosforo) e la sua capacità di attraversare i confini della coscienza è come quella della sua divinità simile, il tre volte grande Hermes, siano in grado di portare al “trance ctonio” e come la semplice stregoneria e la fiducia nelle proprie capacità possano risvegliare le furie e i destini piegandoli alla propria volontà.
Attenzione! Questa dea ti risverglierà e ti renderà consapevole delle tue paure e dei tuoi maggiori difetti
i, conoscerai la vittoria sulle tue illusioni ed abbandonerai le tue convinzioni false se avrai il coraggio di affrontarle.
Sebbene le tradizioni orfiche cercassero di liberare la presa che la religione aveva sulle persone, noi come Luciferiani desideriamo diventare dei Titani Vampirici e Nephilim e dirigere la Strega del Notte per guidare la nostra volontà demoniaca.
Trova un posto dove puoi connetterti alla divinità: un cimitero o un luogo appartato vicino ad un incrocio. Questo potrebbe essere il punto di passaggio a casa tua, vicino al tuo focolare, dove tutti si incontrano.
Potrebbe essere una strada sterrata abbandonata nel cuore della notte.Questo
Potrebbe significare portare la terra del cimitero sul tuo altare.
In seguito, adorna il tuo altare con le tue immagini di animali preferite, serpenti, lupi e corvi. Crea da solo stesso un sigillo che significhi la sua totalità e la sua influenza solitaria come Dea dei segreti primordiali e oscuri.
La severità e l’oscurità della natura selvaggia è il vero tabù che verrà infranto se riuscirai a realizzare che
l’oscurità che tutti noi temiamo, è il seno della creazione e lei (Ecate) come la voce di quella
forza primordiale.
Posiziona il tuo sigillo a Nord o in tutti e quattro i quarti ..
del tempo per meditare e ascolta visioni e risposte.

Rivolgiti a nord:
“Ave molti di nome Madre, Ave Potente Ecate della Soglia”
“Se sei Ecate dai molti nomi, scuoti la tua mistica Torcia con il marchio che porta
la mano, vieni, vagabondo notturno”
IAO Hakate Fosforo !! (Suona il campanello tre volte)
Rivoltogiti a Ovest:
“Vieni grande Ecate, evoco le tue Erinni, risveglia i tuoi spiriti della terra e
apri la porta per gli Ade”
IAO Ecate Fosforo! (Suona il campanello tre volte)
Rivolgiti a Sud: “Ecate, madre delle radici mi sono fatto strada attraverso la mia cecità
attraverso le tue torce, mi risveglio alla torcia ardente che è il mio desiderio, la mia brama di
magia.”
IAO Hekate Phospourus. (Suonare il campanello tre volte)
Rivoltgiti a Est
“Passo ora oltre il grande fiume Ecate, entro nell’oscurità della terra di mezzo,
seguo la tua mano nella terra dell’Ade. Canto la mia canzone della mia torcia, la accendo
trova la mia strada, la mia mente, il mio corpo e la mia anima sono nudi davanti all’Alba. “
IAO Hekate Phosphorus (Ring Bell Three Times)
Unas Nacht Mardis III

The name of Hekate is famed within many magical traditions and often alluded to and described as a Mother of the LHP because of her connection to Luner and necromantic knowledge of the passage from the land of the living to the land of the dead. Orphic hymns and ancient Thracian rites and mysteries hail her as the key bearer of those mysteries.
Statues and ancient records associate her with wolves, the healing power of the serpent, and Phosphoric knowledge of the other side, brilliant shining knowledge of breaking the chains of servitude to self defeating ideas and beliefs. Hekate represents the potentiality that the Black Witch can achieve by peering deep into their own darkness and awaken that primal desire to be as the wolf, the serpent, the harbinger of necromantic knowledge. To this day in the countries which used to encompass Thrace, Bulgaria and other eastern European Countries, the Predominance of the Goddess is still observed in the folk magic they pass from generation to generation.

“The Goddess Hekate as she is described in literary fragments is connected with fire and with
the snake. ‘ Like some girding, noetic membrane (s)he divides, the First Fire and the Second
Fire, which are eager to mix.’[ccclxxxii]


This form Hekate, also called Artemis by neoplatonists like Proclus, carries one interesting epithet “Girt with coils of dragons” Threcian Magic,2012,Georgi Mishev, p.182
Hekate is sometimes associated with the huntress, and syncronized with Artemis, with depictions of statues where she carries a bow and arrow, It seems Hekate represents the might of the self willed witch to drink deep the knowledge of the dead, and protect and provide for herself as well. Orphic tradition concerned the breaking away from the slavery of the Titans, and the giving of the knowledge of becoming divine to humans.
“In other words, the point of Orphic initiation was for the initiate to become a god-or godlike. In the underworld the Orphic initiate is told “O fortunate,o happy one! Thau has become a god, having been a man.” Dr.Stephen Flowers,P.H.D, Lords of the Left Hand Path, 1997,p.57
Even more interesting are the ways some of those initiates refused to sacrifice animals because it bound them to blind faith in gods who would not share the secrets of divinity , let alone the best cuts of meat. Her association with the huntress for me represents the ability to protect ones self if needed in order to protect one.s self, or to provide, always with the knowledge that the ancient concept of the mother was that she , in synchronicity with other names was nature herself, and the nocturnal dangers represented in the forest.Her arrows could take revenge as well if it was just and deserved. Much like our 11 points of power which suggest this an inherent right of the Luciferian. What is fascinating are the ways some of those initiates refused to sacrifice animals because it bound them to blind faith in gods who would not share the secrets of divinity , let alone the best cuts of meat. Her association with the huntress for me represents the ability to protect ones self if needed  or to provide ones basic needs .Within her triple nature, the ancient concept of the mother was that she existed in synchronicity within many names and was nature herself; including the nocturnal dangers represented in the forest. Her arrows could take revenge as well if it was just and deserved. Much like our 11 points of power which suggest this an inherent right of the Luciferian. Many references of Oracles to Hekate adjure her for the keys to the Nightside of Nature, she for me also represents the danger of not respecting the animals who live in the forest. The differences in approach, be they vegetarian , or not, represents for me the fire of the Luciferian Torch in modern terms, where the individual consciously chooses to be the light and divinity they desire.
One fascinating fact about Hekate is the similarities her mystery cults share with some modern Magickal thought. Many initiatory approaches suggest the finding of gnosis or mental connection with the subconscious via philosophies and techniques developed by Austin Spare.


“For I am I: ergo, the truth of myself; my own sphinx, conflict, chaos, vortex—asymmetric to all
rhythms, oblique to all paths. I am the prism between black and white: mine own unison in duality.”
Austin Spare ,Anathema of Zos

Synochesis, messenger beings whom Hekate had power over, presided over “connecting” the focal point of the chasm between two extremes. Her knowledge and magick concerned the passing of the gates for the initiate. (Sortia d’ Este, Circle for Hekate, 2017, p.138)
However, her moist powerful lessons that the aspiring Witch can gain experience from is her mastery over the nightmares and ghosts who inhabit the astral plane, and those things which frighten most people.
Hekate is the great initiator and mother of witchcraft and self illuminating knowledge who has endured as a symbol of feminine domination of Chthonic gnosis into the mysteries of shamanism, oracle communication and night harbinger of mystical gateways into the land of the dead.
Her epithets and names stand as firm as the Titanic reputation she encountered during the many stages of Threcian, Greek, and Roman manifestations of this famous Goddess.
During Saturnalia this year, I will be adding much focus and invocations to her as she represents a defiant and victorious war against that which holds the individual back from self divinity and Apotheosis. Hekate helped to grant victory to Zeus as he head been swallowed by his father, Cronos, and I do think that her holding of two torches represents a source of personal knowledge which can illuminate the individual with secrets which will further the desires they seek in regards to the witchcraft they practice. Fascinating how she held two torches, two knives, two whips, or two snakes, which reminds me of the LHP approach of visualizing a male and female serpent with our Ahrimanic Yoga. Though there is no historical evidence that the two
concepts relate, it is interesting that the balance is shown in her myths.

“I call Einodian Hecate, lovely dame,of earthly, wat’ry, and celestial frame,Sepulchral, in a
saffron viel array’d les’d with dark ghosts that wonder thro’ the shade;Persian, unconquerable
huntress hail! The world’s key -bearer never doom’d to fail. On the rough rock to wonder thee
delights, leader and nurse be present at our rites.Propitious grant our just desires success,
accept our homage, and incense bless.”
Orphic Hymn to Hecate
Date Unknown,circa 300 B.C. – 200 C.E.
Trans,Thomas Taylor 1792
(Sortia d’ Este, Circle for Hekate, 2017, p.8)
Many mysteries still surround her cults and synchronization with other goddesses and
cultures. Interesting enough, she has ties to the cults of Mithras.
“For the mysteries of Mithras do not appear to be more famous among the Greeks than those of
Eleusis,or than those in Aegina, where individuals are initiated in the rites of Hecate.” (Sortia d’
Este, Circle for Hekate, 2017, p.122)

Invocation of Hekate Phosphorus
First of all, during Saturnalia I will be offering her food and incense on my altar in preparation for this invocation. I will also be giving offerings and libations to her animal totems and the dead which serve her. I will write down one thing I want to learn about dream and moon magick, I will ask her every night until I have obtained an answer. Many miss the opportunity to benefit from invocation because they see it as the prayerful asking for help or blessing. Hekate in her darker ways seems to prefer to challenge and initiate the individual tro illuminate the potential they possess. Through becoming comfortable with the graveyard, meditating on her name at the crossroads, we can see that her brilliant light (Phosphorus ) and her ability to traverse the boundaries of consciousness as her fellow deity the thrice great Hermes is able to perform ,(
Chthonic Trance ) one can see how simple witchcraft and confidence in thier craft is enough to awaken the furies and fates to ones own will. Careful , this Goddess means business, she will awaken you to your deepest fears and flaws, you will know victory over your illusions and false
beliefs if you have the strength to face it. Though Orphic traditions sought to release the hold that religion had over people, we as Luciferians wish to become as the Vampyric Titans, and Nephilihm and command the Nightshade to drive our daemonic will.
Find yourself a place where you can connect with a graveyard or a private place at the crossroads. This may be the crossing place in your own home , near your Hearth where everybody meets. This may be an abandoned dirt road in the middle of the night. This may mean bringing graveyard dirt to your altar. Second, adorn your altar with your favorite Animal Images, snakes, wolves, crows. Create yourself a sigil which signifies her totality and lone influence as a Goddess of Primal and Dark secrets. The severity and the darkness of the wild is the very taboo that will be broken if you can come to realization that the very dark we all fear, is the bosom of creation and her ( Hekate ) as the voice of that primal force. Place your sigil in the North, or on all four Quarters.. Take time to meditate and listen for visions and responses, take note of your dreams, I would also suggest focusing on her sigil as you fall asleep.
Facing North-
“Hail many named Mother, Hail Mighty Hekate of the Threshold”
“If thou are Hekate of many Names, shake thy mystic Torch in brand carrying
hand, Come, night wanderer”
IAO Hakate Phosphorus!! ( Ring Bell Three Times)
Facing West-
“ Come great Hekate, I conjure your Erynyes, awaken your spirits of the earth,
and open the gateway to hades”
IAO Hekate Phosphorus! ( Ring Bell Three Times)
Facing South-
“Hekate , mother of the root, I cut my way through my blindness via your torches,
I awaken to the burning torch that is my desire, my lust for magick.” IAO Hekate Phospourus.(
Ring Bell Three Times)
Facing East- “ I pass now beyond the river great Hekate, I step into the darkness of the spaces
between, I follow your hand into the land of Hades. I sing my song of my own torch, I light it to
find my way, my mind, my body, and my soul are naked before the Dawn.” IAO Hekate
Phosphorus ( Ring Bell Three Times)
Unas Nacht Mardis III✴
Titolo dell’opera che illustra l’articolo, a cura di Eric Hadley “Madre del Caos”

Intervista a Eric Hanley, sacerdote del TOPH a cura di Francesca Lingesso (Italian/English)

Eric Hanley è un sacerdote dell’Ordine del Fosforo. È stato un luciferino praticante e uno stregone da oltre dieci anni. Attualmente sta lavorando alla sua laurea in Scrittura Creativa e come artigiano professionista. È uno studente del Sentiero della Mano Sinistra e studia più di un approccio. Le sue tecniche preferite si trovano in molte fonti, principalmente negli scritti di stimati popoli occulti che hanno aperto la strada al moderno Luciferianesimo. Vive in Colorado e ha 5 figli e 8 nipoti. Gli piace scrivere, suonare la chitarra, fare escursioni e fotografare.

Come di prassi voglio ringraziarti per aver concesso questa intervista per Hekate
Edizioni.
Raccontaci un po’ di te, come ti sei avvicinato al Luciferismo?

Sono un luciferino praticante da 10 anni. Il mio approccio è cambiato negli anni, con approcci diversi.
Ad oggi, il mio approccio potrebbe essere considerato Gnostico
sulla natura ed anche Ermetico. Considero il corpo e la mente umani come dotati della capacità di connettersi al tutto, sia esso il lato oscuro o quello della Luce.
Personalmente provo una profonda connessione con Tiamat, Kali o Hekate come fonte della Fiamma Nera. Per me, la porta di accesso a questa Gnosi viene raggiunta interiormente, tramite la meditazione Ahrimanica o Kundalini.
Considero la Goetia Quiliphotica o, più recentemente, per me il Daeva Yassana, come delle porte interne alla conoscenza nascosta e all’ espansione della mente e dello spirito luciferiano.
Il mio approccio al femminile divino è quello di un thelemita vede Nuit. Sebbene nei miti antichi, invece del femminile divino che guida l’individuo a cedere la volontà personale a una volontà universale, Tiamat ha riempito le sue creazioni col veleno e la sete di sangue, questo per me è la rappresentazione perfetta dell’individuo che sviluppa la psiche come
unità divina, proprio come nel Vamachara.

Molto interessante la tua visione così varia dove si incontrano diversi aspetti del femminile sacro, quali libri e pratica ti ha influenzato di più in questi dieci anni?

Michael Ford, Crowley, Michael Bertiaux, Peter Carrol, Stephen Flowers, Don Webb, Anton Lavey, David Shomaker, Thomas Karlsson.

Tu fai parte del TOPH, sono convinta che in questo percorso a volte si perdono certe cose o persone durante il cammino come se fosse un rito di passaggio obbligato, è stato così anche per te?
Ho praticato per anni da solo. Lo amavo. Non sto insinuando che un individuo debba unirsi a un ordine per essere un luciferino. Ma ho trovato molto potente sfidare me stesso ad andare oltre e consentire al mio lavoro di essere criticato dai colleghi. Un altro buon risultato del lavoro iniziatico è la disciplina che costruisce per raggiungere i voti, questo allena la mente individuale ad essere precisa e disciplinata, aiuta la magia personale ad essere più efficace. Quindi, difficile è buono secondo me.

Abbiamo notato che molte persone sono attratte da questa corrente luciferiana ma poi quando si rendono conto che c’è da lavorare non solo a livello teorico ma anche pratico, esse scappano via. La disciplina pratica è molto importante, qual è la tua routine e quanto tempo dedichi ad essa ogni giorno?
La maggior parte dei giorni medito almeno 30 minuti al giorno, faccio esercizio per almeno 30 minuti e dedico più tempo possibile ai lavori legati ai rituali e alla magia.
Penso che sia anche vitale per ogni individuo investire tempo nelle capacità creative personali, anche incorporare quelle abilità artistiche o creative nella tua magia.

Il luciferismo stimola le proprie attitudini artistiche e altro, quali sono le tue?
Sono un musicista, uno scrittore, sono molto vicino ad avere una laurea in Scrittura Creativa. Sono anche un artista, un segreto che molti non conoscono, ho ricevuto la mia prima borsa di studio universitaria per l’arte all’età di 12 anni.

La nostra corrente Luciferiana ha diversi tipi di magia pratica o stregoneria, Goetia, Ctonia e Stregoneria Arimanica. Sappiamo quanto sia importante per un luciferiano praticare tutte e tre specialmente se si vogliono raggiungere dei risultati, tu hai una preferenza tra queste tre?
Tutti e tre addestrano la mente e il corpo degli iniziati a risvegliare il Grande Serpente interiore, ma io amo la Stregoneria Ahrimanic il meglio, sento che è più vicino a come potrebbero essere stati i miei antenati.

Parlaci del progetto The Luciferian Research Society la piattaforma fondata anche da Jeremy Crow.
Il sito è un luogo dove i praticanti di occultismo possono confrontarsi all’interno di forum privati con persone dalla mentalità analoga. E’ possibile avere un blog personale e le proprie informazioni personali sono tutelate.

Cosa puoi consigliare a chi si avvicina al Luciferismo e a chi vuole entrare come Iniziato nel TOPH?
Consiglio loro di leggere grossolanamente il materiale, di dedicare del tempo per capirlo e di fare i semplici esercizi che vengono suggeriti. Significa dedicarsi alla meditazione, alla scrittura di un diario e il confronto con i propri difetti e fallimenti. Molti desiderano entrare nel TOPH, ma decidono che il lavoro è troppo duro. Spesso le persone
perdono interesse a causa di molte ragioni. Non è necessario aderire a
un’organizzazione per seguire l’LHP e il TOPH non è l’unico modo per ottenere risultati.
Vorrei dire all’aspirante iniziato di essere paziente, mantenere una mente
aperta e lavorare, questo produrrà risultati se si persevera.

Quali sono i tuoi progetti futuri?
Sono interessato in dar vita ad un blog, una rivista online per gli Iniziati Luciferiani che sono interessati in sviluppare le loro abilità artistiche, e possibilmente trasformarlo in una pubblicazione. Sto lavorando anche al mio grimorio personale e ad un romanzo horror.

Eric Hanley is a Priest in the Order of Phosphorus. He has been a practicing
Luciferian and witch for over ten years. He is currently working on his Bachelor’s degree in creative writing and a professional craftsman. He is a student of the Left Hand Path and studies more than one approach. His favored techniques are found in many sources, mainly the writings of esteemed Occult peoples who have paved the way for modern Luciferianism. He lives in Colorado and has 5 children and 8
grandchildren. He enjoys writing, playing guitar, hiking, and photography.

I have been a practicing Luciferian for 10 years. My approach has changed over the years, with different approaches. To date, my approach could be considered Gnostic in nature and Hermetic as well. I do view the human body and mind as having the ability to connect to the all, be it the dark or light side of it. I personally feel a deep connection to Tiamat, Kali, or Hekate as the source of the Black Flame.
For me , the doorway to this Gnosis is achieved within, via Ahrimanic or Kundalini meditation. I view Qlippthoc, Goetic, or more recently for me the Daeva Yassana to be inner doorways to hidden l knowledge and expansions of the Liciferian mind and spirit. I view the divine feminine much as a Thelemite views Nuit. Though in ancient myths, instead of the divine feminine guiding the individual to relinquish personal will to a universal will, Tiamat filled her creations with Venom for blood, this for me represents the individual who develops the psyche to be divine in it’s own right, much as Vamachara.

My biggest influences:Michael Ford,Crowley, Michael Bertiaux, Peter Cariol, Stephen Flowers, Don Webb, Anton Lavey, David Shomaker, Thomas Karlsson.

If I understand you correctly, yes, I think that initiating the Black Flame witbin ones self means loosing habits, people, behaviors , or thought patterns which do not serve ones best interest.


You are part of the TOPH, I am convinced that in this path sometimes certain things or people are lost along the way as if it were a mandatory rite of passage, was this also the case for you?

I practiced for years by myself. I loved it. I am not implying that an individual has to join an order to be a Luciferian. But I have found it very powerful to challenge myself to go farther, and allow my work to be critiqued by peers. Another good result of initiatory work is the discipline it builds to a achieve the grades, this trains the individual mind to be precise and disciplined , this helps personal magick to be more effective. So, difficult is good in my opinion.
Most days I meditate at least 30 mins a day, exercise at least 30 mins, and I devote much time as I can to ritual and magick related workings. I think ita also vital for each individual to invest time into personal creative skills, even incorporate those artistic or creative skills into your magick.

I am a musician, a writer, I am very close to having a Bachelors degree in Creative Writing. I am also an artist, a secret most dont know, I received my first college scholarship art at the age of 12.

Tell us about The Luciferian Research Society project, the platform also founded by Jeremy Crow
This is a place where Liciferian and occult people can have a private forum to interact with others who are like minded. There are different orders and approaches there. You can have a personal blog, and your information is secure.

What can you recommend to those who approach Luciferism and to those who want to enter the TOPH as an initiate?

I reccomend they of course read the material, take the time to understand it, and do the simple exercises that are suggested there. Meaning the meditation, the writing in a journal, and the confronting of ones own flaws and failures. Many desire to be associated with the TOPH, but decide the work is too hard. Often people lose interest because of many reasons. One doesn’t have to join an organization in order to follow the LHP, and the TOPH is not the only way to achieve results. I would say to the aspiring initiate to be patient, keep an open mind, and do the work, it will
produce results if you keep at it.

What are your future projects?

I am interested in starting a blog, an online magazine for Luciferian initiates that are interested in developing artistic skills, and possibly turning that into a publication. I also am working on my own Grimoire and a Horror Fiction Novel.

per informazioni/more info:
https://luciferianresearch.org/




Intervista a Octavia di Giordano, sacerdotessa del Tempio di Ecate Meleneimon, a cura di Atena Tempesta.

Ha senso parlare di Ecate come di una “protettrice” dalla quale “proteggersi”? La Ecate arcaica (Esiodo, Teogonia) è una protettrice benevola mentre nell’età ellenistica diventa una Dea ctonia di entità spaventose e vendicative.

Secondo me, Ecate così come è protettrice non è però una divinità “scudo” dalla quale possiamo rifugiarci, aspettando che risolva i problemi al posto nostro. Entrambi gli aspetti, protettrice e distruttrice, sono le due facce della stessa medaglia, attraverso i quali ci insegna come, incutendo timore, possiamo proteggerci da chi non è ben intenzionato.
Ha molto senso se comprendiamo che Lei ci insegna come proteggerci, ma che non risolverà i nostri problemi al posto nostro. È la “protettrice di chi protegge”, come giustamente affermi, fedele ai suoi e terribile con tutti gli altri.

Lode ad Ecate per celebrarla nel Tempio; ne avete una?

Nel mio tempio onoriamo le persone care che sono morte recentemente; celebriamo la sua presenza con il dolore nell’anima di chi ha perso i suoi cari, ma anche con la serenità di chi sa che Lei cammina tra i mondi, ed è la guida dei suoi spiriti in questo passaggio.

Le nostre lodi sono recitate come dei mantra:
“Grande Signora, Madre Oscura, vestita di nero nella notte, cammina con loro, i defunti – che siano onorati -. Silenzio e Eternità, che sia il tuo manto di tenebre a consolare la nostra mancanza.”

Utilizziamo oggetti simili ai “mala” indù, a cui ognuno aggiunge quel che preferisce, sempre che siano recitate in un numero primo di ripetizioni, e per i rituali del Santuario usiamo 89 ripetizioni del mantra.

Ecate nei trivi: quali i rituali? I greci immaginavano una Dea spaventosa con la testa cinta di serpi e tricefala, il suo arrivo era accompagnato da ululati di cani infernali e da un corteo di spiriti chiassosi. Le invocazioni e le pratiche magiche sono mirate a risvegliare queste potenze oscure?

Mi piace moltissimo questo riferimento che hai fatto, perché tutto quello che descrivi è nascosto nei suoi epiteti, anche se in realtà non devi necessariamente spaventarti se conosci e sai cosa ti aspetta. Allo stesso modo, non è nemmeno la dea quasi commerciale che ci vogliono “vendere” diversi gruppi ed associazioni, che la vedono come una madre allegra e amorosa che perdona ogni cosa.

Le nostre pratiche magiche sono molto intime, e sono sempre legata al legame del Santuario con gli Antenati. La chiamiamo e La onoriamo attraverso i nostri familiari, che sono dall’altra parte del velo, mai direttamente, e sempre perché interceda in cose che non ci sono possibili a causa delle nostre umane limitazioni. Cerchiamo di “disturbare” il meno possibile la Dea.

Anche per voi è una Dea gorgonea mostruosa? Potrebbe aver similitudini con le Erinni, Le Furie e tutte le triadi della storia? (Le Erinni erano vendicatrici)

Certamente! Lei è un mostro, rappresenta l’ombra e tutte le paure che chiunque possa provare. Questo è molto importante perché come mi domandavi prima, quello che spaventa alcuni, protegge altri. Il concetto di mostro è quasi come uno specchio. Lei riflette ciò che più temi, e gestire questa paura è nelle tue mani: puoi scoprire di cosa si tratta realmente e chi o cosa la provoca.
Si può relazionare con tutti questi mostri dalle caratteristiche vendicative e furiose – “Hekate Brimo” – con la totale certezza del fatto che anche se non vi è associata direttamente, possiamo riscontrare in lei delle forti similitudini con la dea Nemesis, secondo alcuni per tutte le donne e secondo altri soltanto per le sue devote.

Esiste una routine di gruppo oppure personale per entrare in sintonia con Ecate?

Nel Santuario, come ti raccontavo, chiediamo agli Antenati che sono trapassati tra i mondi di intercedere per noi, perché nella loro condizione e avendo attraversato il crocicchio dell’anima, sono considerati più vicini a Hecate.
Allo stesso tempo, comprendiamo che non abbiamo bisogno di entrare in contatto con Lei.
Studiamo la sua presenza nella Storia a partire da diverse fonti, e cerchiamo di essere donne sicure di noi stesse, di avere l’intelligenza e l’abilità di poter affrontare i nostri problemi per conto nostro. Per dirlo in un certo modo, impariamo da Lei ma non ci rifugiamo in Lei.
Immagina di crescere dei figli che, ormai adulti, ad ogni problema tornino a casa chiedendo aiuto perché sono incapaci di risolvere i problemi da soli; non credo che piacerebbe a nessuna madre.
Chiediamo a lei quando non troviamo una via d’uscita, o un modo di risolvere i problemi, e non perché risolva i problemi al posto nostro, ma cercando una guida ed un consiglio.
La routine in sé è personale e intima per ogni membro del Santuario. Nel mio caso, ho sempre alcuni dei suoi simboli con me, sia come tatuaggio o come ornamento o collana consacrata, e ogni notte accendo una candela sul mio altare, in onore agli Antenati, per Lei.

In Esiodo la Dea vanta un potere più unico che raro: Ella ha una parte di privilegi nel cielo, nella terra e nel mare, beneficiando della stima di Zeus come delle altre divinità e dei mortali stessi. Ha senso associarla agli Elementi e al controllo su di essi?

Personalmente – e ribadisco, personalmente – trovo che abbia senso associarla con gli elementi e la possibilità di controllo su di essi. Non si tratta di una Dea che interviene in modo aggressivo nelle questione umane anche se ne è capace, ovviamente, ma mantiene i suoi mondi per se stessa. Cosa può portarla ad intervenire nel controllo di qualcosa? E’ una divinità reattiva: arrivi tu a Lei, non è Lei che arriva a te, perché la libertà e il libero arbitrio sono necessari per avere una devozione sincera, altrimenti si creano soltanto schiavi della fede cieca.

Che rituali seguite, quali le offerte e con che frequenza vi recate al Tempio per celebrarla?

Il Santuario si trova in casa mia, anche se ha un altare gemello a Roma che partecipa a tutti i rituali, e gli altari di ognuno dei devoti, che siano membri o meno del Santuario, che siano desiderosi di partecipare a questo tipo di devozione agli Antenati attraverso di Lei.
Le nostre offerte sono sempre relazionate con gli antenati che partecipano nell’altare.
Nel mio caso, per esempio, offro cibo che piacerebbe molto a mio nonno, i fiori preferiti di mia nonna insieme con un poco del vino che le piaceva di più, e sempre cannella e rosmarino per la Dea.
Le celebrazioni ufficiali, per così dire, si tengono quando arriva la Luna Calante, e durante tutto il periodo della Luna Nera si mantiene accesa continuamente la candela che rappresenta la luce della Torcia come guida per le anime.
Questa candela sia accende e si mantiene accesa durante 9 giorni, quando ci informano del fatto che qualcuno che abbiamo amato tra i devoti, è morto. In questo modo chiediamo ad Ecate di essere la guida dell’anima del defunto.

Quali sono le epifanie mostruose di Ecate, lasua funzione di guida degli spiriti e dei fantasmi e la sua prerogativa di inviare incubi e deliri notturni?

Ecate è una sola cosa con le nostre paure, e i sogni sono il modo più diretto per affrontarle, insieme a tutto quello che cerchiamo di dimenticare nella nostra mente perché non torni mai più. Non c’è niente di più spaventoso che affrontare noi stessi, perché tutto ciò che è rappresentato da immagini mostruose e dell’altro mondo, rappresenta le nostre paure e gli aspetti peggiori di ognuno di noi.
Ecate è una dea che si trova al confine con i nostri limiti; fisici, mentali e spirituali, e ci porta verso di essi perché, quanto più affronteremo le nostre ombre, tanto più riusciremo a controllarle e non si svilupperà il processo inverso. Il suo regno delle tenebre, il suo sentiero, attraversa i sogni e lì è dove la seguiamo, imparando ad essere più forti e conoscendo la paura, imparando a riconoscerla quando arriva e a non essere indifesi. I suoi fantasmi si nutrono dei nostri ma non c’è qualcosa di sbagliato, forma parte del tutto che Lei rappresenta. I deliri che ci invia sono soltanto specchi neri dove riusciamo a vedere il nostro riflesso completo.

Quale necessità vi ha spinto a creare un Tempio in suo onore?

Secondo me, lei è la Dea che ha maggior contatto con noi nel momento del passaggio, quando arriviamo a queste tenebre che ci fanno tanta paura ma che sono come l’oscurità che ci proteggeva quando eravamo nel ventre di nostra madre. Volevo celebrare questo aspetto, queste tenebre che Lei rappresenta in tutta la sua pienezza, per tutto quello che ci aiuta non tanto qui e ora ma quando siamo persi e confusi.
Si parla molto di lei come una Dea del “qui e ora”, ma si dimentica che la sua forza sta nel “lì e dopo”.
Non ero soddisfatta vedendo i limiti che si stanno dando alla Dea, e ancora meno vedendo come certe persone si innalzano quasi a portavoce di Ecate, non solo dandole ancora più limiti, ma anche appropriandosi di ciò che le appartiene e mettendo altri muri a quello che è relazionato con la Dea o meno.
Il mio Santuario nacque per coloro che muoiono, esiste per tutti coloro che sembra abbiano smesso di esistere e celebra la ambivalenza, le mutazioni e i continui cambiamenti dei Ecate di fronte a noi.

Terminerei con una riflessione personale relativamente a questa Dea meravigliosa, che celebro nella scoperta delle mie intime ombre interiori. Il problema fondamentale nello studio delle divinità del pantheon greco è che non si prende in considerazione che la maggior parte di queste deità possiede una natura AMBIVALENTE, in grado contemporaneamente di soccorrere ma anche di nuocere, di dare così come di togliere. E’ evidente che ormai non si può procedere con l’etichettatura delle divinità antiche – e non solo di quelle greche – racchiudendole dietro definizioni e classificazioni riduttive. Così io credo che non sia giusto cercare una vera natura di Ecate, che sia benevola o malevola, crudele o clemente, perchè non si può sostenere che vi sia una sola e unica forma che esclude gli opposti. Tale ambivalenza si configura, piuttosto, come una vera e propria ambiguità, perchè la Dea è ENTRAMBE LE COSE INSIEME. Come del resto noi stessi.
Atena Tempesta

LUCIFERIANISM OR GNOSTIC SATANISM OR …? by F.O. (English Version)

It is not a novelty that man occasionally detaches himself from his most admirable creation, spirituality, in order to approach in more appropriate terms a neutral consensus of the wonderful limitations of the material world that surrounds him. Obviously it is not a path without satisfactions or exclamations of pure amazement, when however this approach is applied with a sort of maddening rationalism even to worlds not of this life, in which case then it is damaged, ruining the enamel rather than revealing any beauty hidden part of the thought that has not yet been fully explored despite millennia of approaches. Millennia known and received, since on the other hand man also has the masochistic tendency to forcefully restart everything when empty ignorance prevails, but this is another story.

Returning instead to the binomial rationalism / spirituality, sometimes one wonders how much more effort should be made to hypothesize reconstructions of the life of a character whose sources are four texts chosen at the time because they are the most useful to join an already fragmented religious movement, if not out of mere curiosity and inability to read behind the lines of a broader and deeper thought than just the physical events told in the texts. It is obvious that the problem occurs in both directions, and the fault is essentially the loss of a true spiritual capacity of modern man. It is indeed true that currently only in certain areas of the so-called esotericism (now obsolete and meager term according to the writer) a high spirituality is maintained where, however, we witness the macabre phenomenon of the maddening blindness of its followers that pollutes the clear waters of the Research. Certainly this environment has been touched by the rational fanaticism of man, just think of the Church of Satan of LaVey, which has had the advantage of diminishing the structure of anti-humanity by downgrading what was still considered reliable stories and which are still at the basis of the success of many cinematographic films. However, the fact remains that it is only a more colorful atheism, and the rituals are downgraded to effective psychological motivations, therefore this road remains a theater of nice appearance but without a soul.

Among the many movements that have recently arisen from the ashes of various more or less folkloristic and more or less colorful movements, Luciferianism is carving out its space little by little in the middle of what was once cataloged as the great family of Satanism, al to tell the truth an overused term. In fact, how and why this detaches itself more or less fully from Satanism proper is not particularly clear to everyone. According to the writer’s conviction, among the many authors who define themselves as bearers of a Luciferian message (and therefore of univocal personal lighting), almost becoming a fashion, it seems to be the predominant tendency of certain intellectual circles of left esotericism , there are three particularly interesting for the positions taken: M. Ford, J. Christner and J. Nefastos.

The last mentioned author has already dealt with his work the Lucifer Catechism, in which Gnostic Satanism is systematically outlined, but not for this summary. The conceptual strength of the “doctrine” of Nefastos is the effective implementation of Gnostic, therefore tendentially Platonic – Christian concepts, such as the figure of the demiurge recognized in the biblical YHVH, fallacious creator prey to the same weakness of matter, at the elevation of a higher God , very close to the purely hermetic reminiscences (which have always merged and mixed with the Gnostic concepts) and for this perfect but indefinable, so that the biblical Satan is no longer a traveler but rather a close collaborator of the single principle. This opponent is clearly differentiated from the bearer of light, no longer identified with the now well-known passages of Isaiah, but exclusively as a figure who plays the role expressed by his name, Eosforo (Phosphoros or Fosforos as reported in one of his books) or Latinized in Lucifer . Although it is sometimes difficult to clearly distinguish the ideas of this Finnish author from the Christian concepts, fully integrated, valued and analyzed by him, it is certainly the role defined by the opponent that distinguishes this unique and profound vision of modern theological esotericism .

The satanist is therefore the one who does not allow himself to be led astray by the dictates of the deluded of the religious congregations, led astray without realizing it in the game of the lesser of the principles, and therefore guided by the opponent challenges materiality in a pure but difficult spiritual ascent, with an awareness of the prison in which he is forced to exist and act. All this clearly transpires from the rituals formulated by this theologian sui generis, where prayer is intended to recover the sacredness of one of the most powerful magical gestures (which is always used without awareness of its effectiveness), mixing Christian virtues with rebellious power of the mere clay that has self-awareness, where even Satan is an entity with which to establish a personal exycasm. But the sloppy prayer of the faithful common is not to be confused with these formulations of Finnish. These are to all intents and purposes rituals in which only a prepared mind and spirit can undergo without causing apparently irrelevant damage but which over time could manifest themselves in an even more serious form..

J. Christner is the author of the recent Sermons to the Serpent’s Servants, a totally misleading title for what is the idea that many have erroneously developed after the ideological confusion that took place in certain circles especially in the 80s / 90s. It is no coincidence that the subtitle of this book is mesocosm, which indicates a natural environment studied in controlled conditions. In this first volume, in fact, this author the American is engaged in a lucid and no-frills analysis of the existence of man who goes in search of personal spiritual rediscovery. As reiterated from the outset, according to Christner, luciferism is the Gnostic progression of mere Satanism, a progression that leads the individual to a frantic search for knowledge without however yielding to excesses that are usually accepted by many Satanist currents. Of course, even here at first glance it is somewhat difficult to notice differences regarding a certain Christian Gnosticism, and in fact these sonominime differences, because as reported by the same author a Luciferian and a Gnostic Christian “share a telos”.

Also in this case the classic figures of Gnosticism are incorporated, and the demiurge and his errors are often put in the pillory, but there is a different spirituality, partly held back by the realization that this world is the only one we know and which as such shares with us the same senseless existence aimed at extinguishing itself into nothingness. This is followed by brief but effective philosophical analyzes that on several occasions highlight the weak point of almost every philosophical system, that is, the inability to give concrete answers. This however does not discourage the Luciferian, who by feeding his frank and realistic spirituality does not admit to using violence and reducing himself to the vulgar level, but avoids the hypocritical stance of not understanding the inevitable importance of the microcosm that surrounds it, constituted by loved ones or even by acquaintances. Even in Christner there is no full-fledged adherence to a real movement, but there is a recognition of oneself as adversaries of a closed, imperfect world, whose veil has been torn and the way has been made possible.

Mesocosm does not mention purely spiritual elements, but a basic guide based on a frank and pessimistic philosophical mold on existence based on a vision slowly matured over time by the author himself. A Gnosticism that is based and must be based on a sincere awareness of existence and its emptiness but with eyes and mind turned elsewhere and not on the green but tasteless hills of this planet. An opposing path that allows you to keep your feet firmly on the ground over time, the envelope in which we recognize ourselves will hold up, without having to deny a so to speak serene existence. A sensible, mature and reasoned development of one of the highest points of Western spiritual thought.

Among the best known names in today’s panorama, M. Ford has over the years acquired for obvious merits the title of extremely prolific and capable author, outlining in his writings formulations that are difficult to misunderstand, taking full inspiration from consolidated traditions as well as from a thorough research on more archaic esoteric mysteries, thus trying to revive as much as possible peculiar traditions such as the mysticism of Zoroastrianism. In all of this, Ford’s path is classically Gnostic, even if this term is never mentioned in his writings. The ability of this American author to find analogies between different cults, his flexibility in using ancestral names and adapting the recitative formula to the context, always obtaining a result of personal spiritualization, allow him not to restrict his field to a mere Satanism orthodox (although this should be the fabulous representation of the vintage inquisitors). In fact, Ford is the spokesman of his personal vision, chronologically among the first, casually called Luciferianism.

Unlike the previous authors, in Ford’s case, any underlying dependence on LaVey’s constructs can be seen in the statements contained in his work The Adversary’s Bible where he always strongly reiterates the total adversity for the Christian / Nazarene God, seen as mere slaver who induces the faithful to a senseless plea. Another very democratic point in which slight rationalism peeks in is not to exclude a rationalistic approach that can coexist with the purely theistic / spiritual side of the formulations that he himself provides in his writings. However, it should be noted that the concept of worship is not present even in previous authors. Nefastos uses concepts of faith which however are more akin to a pistis sophia, where one cannot exist without the counterpart of personal gnosis, without an entrustment with totally closed eyes. The adept is therefore obliged, if willing to follow this path, to efforts, personal evolutions and incessant challenges. In Christner’s case, however, where the already full aversion to the biblical God completely distances him from the blind and useless faith of the average believer (but also from the weekend satanist), the rationalism that peeps out is actually a reflection of Gnostic pessimism in his awareness of the ephemeral existence on this rock, and is therefore used in facing a worldly life, as an excellent balance to avoid a reverse fall that precludes a healthy personal evolution.

Tornando ora a Ford, è breve il passo che porta a scoprire l’amplesso gnostico che è il fondamento del suo procedere, dove esplicitamente viene nominata la gnosi, ed esplicata la necessità dell’illuminazione dell’Io (è alquanto curioso che molti si dimentichino di una certa massima di Agostino d’Ippona), utilizzando aspetti angelici e demoniaci, eliminando implicitamente la dicotomia che erroneamente spesso si utilizza in tali ambiti.

If apparently these authors may appear extremely different from each other, they have a common point and it is evident. Their concept of Satanism is so particular that it can be considered completely in its own right with respect to the now widespread semi-indoctrinations that have ruined free personal research even in this environment. The foundation of gnosis, that knowledge so misrepresented even by many church fathers, and most likely also by the material proponents of this thought (there is no doubt the revisiting of certain thoughts in a key never before so gnostic), is the the fulcrum of these systems of thought which can offer a balance between rationalism and spiritualism but which deep down require a not insignificant spiritual immersion and a more demanding individual search effort than many other self-styled movements. The individual who hears a call with such systems will not fail to find a similitude of thoughts and ends, just as perhaps, if he will be able to distinguish from the imperative dogma that the church and his sisters have imposed, he could find similarities even with currents like this. said right-wingers who ultimately do not follow a different path. This, however, is a risky step for many, as they may experience the fall of a part of their credibility of their elevation to God, whatever this name is being defined. This is the case of Ford, who in his writings firmly distances what belongs to the right side (but who in person has shown that he is capable of exemplary respect for other paths), while in the high spiritualization of Nefastos it is the organization ad to be abhorred in its many forms, where then Christner even exerts a commonality of fraternal intent with Christian-style gnosis, because names are what often mislead the good researcher from a valid way only because his childhood fantasy is affected in terms of power.

In conclusion, some more and less, regarding Luciferianism, or in any case with any derivation towards the specific figure of the misrepresented light bearer, reference is made to a Gnostic component of the left hand path. So in this case the iconographic and nominative component is the master against a tendentially satanic imagery, but which would be too obtuse to enclose only in this sphere of action. It is therefore a more complex movement than the classic comic orthodoxy constantly propounded, but the depth of concepts and the way in which these are often treated and exposed certainly makes this class of thought a school, now as then, basically for a few souls.

LUCIFERIANESIMO, GNOSTICISMO SINISTRO O…? a cura di F.O.

Non è cosa nuova che di tanto in tanto l’uomo si distacchi particolarmente dalla sua creazione più mirabile, la spiritualità, per approcciare in termini più consoni a un neutro consenso nelle sue meravigliose limitatezze il mondo materiale che lo circonda. Ovviamente non è un percorso privo di soddisfazioni o esclamazioni di puro stupore, quando però questo approccio viene applicato con quella sorta di razionalismo esasperante anche a mondi di loro non di questa vita. In quel caso allora s’intacca rovinandone lo smalto più che svelandone una qualsivoglia bellezza nascosta di una parte del pensiero che ancora si deve pienamente esplorare nonostante millenni di approcci. Millenni conosciuti e pervenuti, poiché in compenso l’uomo ha anche la tendenza masochistica di riavviare forzatamente tutto quando il vuoto ignorante prevale, ma questa è un’altra storia. Tornando invece al binomio razionalismo/spiritualità, alle volte vien da chiedersi quanto ancora ci si debba sforzare di ipotizzare ricostruzioni della vita di un personaggio le cui fonti sono quattro testi a suo tempo scelti perché i più utili a unire un già frammentato movimento religioso, se non per mera curiosità e incapacità di leggere dietro le righe di un pensiero più ampio e profondo dei soli eventi fisici ivi raccontati. Va da sé che il problema si manifesta in entrambe le direzioni, e la colpa è essenzialmente la perdita di una vera capacità spirituale dell’uomo moderno. Vero è infatti che ora come ora solo in determinati ambiti del cosiddetto esoterismo (termine ormai desueto e povero a detta di chi scrive) si mantiene un’alta spiritualità che però vede il macabro fenomeno dell’esasperante cecità nei suoi adepti che inquina le acque limpide della ricerca. Non che un tale ambiente non sia stato toccato dal fanatismo razionale dell’uomo, basti pensare alla Chiesa di Satana di LaVey, che certamente ha avuto il pregio di diminuire l’impianto di anti-umanità declassando quelle che ancora venivano considerate storielle affidabili e che ancora fanno il successo di molte pellicole cinematografiche. Resta però il fatto che si tratta di un ateismo solo più colorito, e i rituali vengono declassati a efficaci motivetti psicologici, pertanto questa strada rimane un teatro dall’apparenza simpatica ma senza anima.

Tra i tanti movimenti che ultimamente sono nati dalle ceneri di svariati movimenti più o meno folkloristici e più o meno colorati, il luciferianesimo sta ritagliandosi piano piano il suo spazio in mezzo a quello che una volta veniva catalogato come la grande famiglia del satanismo, termine abusato in una maniera spaventosa a dire il vero. Difatti come e perché questo si distacchi più o meno pienamente dal satanismo propriamente detto non è cosa particolarmente chiara a tutti. Tra i tanti autori che si definiscono portatori di un messaggio di stampo luciferino (e quindi di una illuminazione personale unica), che quasi a divenire una moda pare essere la tendenza predominante di certi ambienti più intellettuali dell’esoterismo sinistro, alcuni dei più interessanti per le proprie posizioni a detta di chi scrive sono tre: M. Ford, J. Christner e J. Nefastos.

Dell’ultimo si è già trattato inerentemente il suo Catechismo di Lucifero, nel quale viene delineato in maniera sistematica, ma non per questo sintetica, il satanismo gnostico del nostro. Punto di forza concettuale della “dottrina” di Nefastos è l’aver efficacemente implementato concetti gnostici, quindi tendenzialmente platonico cristiani, come la figura del demiurgo riconosciuta nel biblico YHVH, fallace creatore preda della stessa debolezza della materia, ad elevazione di un Dio superiore, molto vicino a rimandi prettamente ermetici (che si sono sempre fusi e miscelati coi concetti gnostici) e per questo perfetto ma indefinibile, tale per cui Il Satana biblico non risulta più un traviatore ma anzi uno stretto collaboratore del principio unico. Questo avversario viene anche chiaramente differenziato dal portatore di luce, non più identificato coi passaggi ormai arcinoti di Isaia, ma esclusivamente come figura che ricopre il ruolo esplicato dal nome, Eosforo (Phosphoros o Fosforos come riportato in uno dei suoi libri) o latinizzato in Lucifero. Sebbene a volte si faccia fatica a distinguere nettamente le idee del finlandese dai concetti cristiani, che vengono pienamente integrati, valorizzati e analizzati a fondo, sicuramente è il ruolo definito dall’avversario che contraddistingue questa visione unica e profonda dell’esoterismo teologico moderno. Il satanista quindi è colui che non si lascia traviare dai dettami degli illusi delle congreghe religiose, traviati senza accorgersene nel gioco del minore tra i principi, e quindi guidato dall’avversario sfida la materialità in un’ascensione spirituale pura ma difficile, con una consapevolezza della prigione in cui egli esiste ed è costretto ad agire. Tutto questo traspare chiaramente dai rituali formulati da questo teologo sui generis, in cui la preghiera, quasi a recuperare la sacralità di un gesto magico tra i più potenti (che viene sempre usato senza consapevolezza della sua efficacia), miscelando le virtù cristiane con la potenza ribelle della mera argilla che ha coscienza di sé, dove persino Satana è così un’entità con cui instaurare un esicasmo personale. Non vi è però da confondere la sciatta preghiera del comune fedele con queste formulazioni del finnico. Questi sono a tutti gli effetti rituali in cui solo una mente e uno spirito preparato può sottoporsi senza danni all’apparenza irrilevanti ma che col tempo si manifesterebbero in forma ancora più grave.

J. Christner è invece autore dei recenti Sermoni ai Servitori del Serpente, titolo totalmente fuorviante per quella che è l’idea che ormai erroneamente molti hanno sviluppato dopo la confusione ideologica derivata da certi ambienti negli anni ‘80/’90 specialmente. Non a caso il sottotitolo di questo libro è mesocosmo, che sta ad indicare un ambiente naturale studiato sotto condizioni controllate. Questo primo volume vede infatti l’americano alle prese con un’analisi lucida e senza fronzoli dell’esistenza dell’uomo che va alla ricerca di una riscoperta spirituale personale. Ribadito fin dall’inizio, il luciferismo secondo Christner è la progressione gnostica del mero satanismo, progressione che porta l’individuo a una spasmodica ricerca di conoscenza senza però cedere ad eccessi che solitamente vengono ben accettati da molte correnti sataniste. Certo, anche qui a primo impatto pare difficile notare differenze con un certo gnosticismo cristiano, e infatti queste sono poche, perché come riportato dallo stesso un luciferiano e un cristiano gnostico “condividono un telos”. Anche in questo caso le figure classiche dello gnosticismo vengono incorporate, e il demiurgo e i suoi errori vengono spesso messi alla gogna, ma c’è una differente spiritualità, in parte frenata per la presa di coscienza che questo mondo è l’unico che conosciamo e che come tale condivide con noi la stessa insensata esistenza volta a spegnersi in un nulla di fatto. A questo seguono analisi filosofiche brevi ma efficaci in cui viene più volte notato il punto debole di quasi ogni sistema filosofico, ovvero l’incapacità di dare concrete risposte. Questo però non scoraggia il luciferiano, che alimentando la sua schietta e realista spiritualità non ammette di usare violenza e ridursi al livello del volgo, ma che evita l’ipocrita presa di posizione di non comprendere l’importanza inevitabile del microcosmo che lo circonda, siano essi affetti o anche solo conoscenti. Anche in Christner non vi è un aderire in piena regola a un movimento vero e proprio, quanto a riconoscersi avversari di un mondo chiuso, imperfetto, il cui velo è stato stracciato e la via si è resa possibile. In Mesocosm non si troveranno elementi prettamente spirituali quanto una guida di base improntata su uno stampo filosofico schietto e pessimista sull’esistenza improntato su una visione lentamente maturata nel tempo dell’autore stesso. Uno gnosticismo che si fonda e deve fondarsi su una sincera coscienza dell’esistenza e della sua vacuità ma con gli occhi e la mente rivolti altrove e non sui verdi ma insapori colli di questo pianeta. Un percorso avversario che tiene saldi i piedi per terra per il tempo che l’involucro in cui ci riconosciamo reggerà, senza doversi negare un’esistenza per così dire serena pur con la mente conscia. Uno sviluppo sensato, maturo e ragionato di uno dei punti più elevati del pensiero spirituale occidentale.

Tra nomi più noti del panorama odierno, M. Ford ha negli anni acquisito per ovvi meriti titolo di autore estremamente prolifico e capace, delineando nei suoi scritti formulazioni difficilmente fraintendibili, prendendo spunto a piene mani da tradizioni consolidate così come una ricerca approfondita sui misteri esoterici più arcaici, cercando così di riportare in auge il più possibile tradizioni peculiari come il misticismo dello zoroastrismo. In tutto questo il percorso di Ford è classicamente gnostico, anche se non si fa mai menzione di questo termine nei suoi scritti. L’abilità dell’americano nel trovare analogie tra diversi culti, la sua flessibilità nell’usare nomi antichi ed adattare la formula recitativa al contesto, ottenendone sempre un risultato di spiritualizzazione personale permettono di non restringere il suo campo ad un mero satanismo ortodosso (anche se ad onor del vero questo dovrebbe essere la favolistica rappresentazione degli inquisitori d’annata). Per l’appunto Ford si fa portavoce di una sua personale visione, cronologicamente tra le prime, casualmente denominata luciferianesimo. A differenza degli autori precedenti nel caso di Ford una qualsivoglia dipendenza di fondo dai costrutti di LaVey ancora si può notare tra le dichiarazioni del suo La Bibbia dell’Avversario dove si ribadisce sempre con forza la totale avversità per il Dio cristiano/nazareno, visto come mero schiavista che induce i fedeli ad una insensata supplica. Altro punto molto democratico in cui in parte un po’ di razionalismo fa capolino è il non escludere un approccio razionalistico che può coesistere col lato prettamente teistico/spirituale delle formulazioni che lui stesso fornisce nei propri scritti. Va però notato come il concetto di adorazione non sia presente nemmeno negli autori precedenti. Nefastos utilizza concetti di fede che però sono più affini ad un pistis sophia, dove una non può esistere senza la controparte della gnosi personale, senza un affidamento a occhi chiusi totale. L’adepto quindi è obbligato, se intenzionato a seguire tale cammino, a sforzi, evoluzioni personali e sfide incessanti. Nel caso di Christner invece, laddove la già avversione piena verso il Dio biblico lo distanzia pienamente dalla cieca e inutile fede del credente medio (ma come anche del satanista del fine settimana), il razionalismo che fa capolino è in realtà una riflessione del pessimismo gnostico nella sua coscienza dell’effimera esistenza su questa roccia, ed è quindi usato nell’affrontare una vita mondana, come ottimo equilibrio per evitare una caduta inversa che preclude una sana evoluzione personale. Tornando ora a Ford, è poi breve il passo che porta il nostro a scoprire l’amplesso gnostico che è il fondamento del suo procedere, dove esplicitamente viene nominata la gnosi, ed esplicata la necessità dell’illuminazione dell’io (curioso che molti si dimentichino di una certa massima di Agostino d’Ippona), utilizzando aspetti angelici e demoniaci, così implicitamente eliminando la dicotomia che erroneamente spesso si utilizza in tali ambiti.

Se all’apparenza questi autori possono risultare estremamente diversi l’uno dall’altro, un punto in comune lo possiedono ed è evidente. Il loro concetto di satanismo è così particolare da poter essere considerato completamente a sé stante rispetto agli ormai diffusi semi-indottrinamenti che anche in questo ambiente hanno rovinato la libera ricerca personale. Il fondamento della gnosi, quella conoscenza così travisata anche da parte di molti padri della chiesa, e molto probabilmente anche dai fautori materiali di tale pensiero (è indubbia la rivisitazione di taluni pensieri in una chiave mai prima d’ora così gnostica), è il fulcro di questi sistemi di pensiero che possono sì comprendere un equilibrio tra razionalismo e spiritualismo ma che nel profondo richiedono un’immersione spirituale non trascurabile e uno sforzo di ricerca del singolo più impegnativa che molti altri sedicenti movimenti. La persona che sente un richiamo con tali sistemi non potrà non trovare una similitudine di pensieri e fini, così come forse, se sarà capace di distinguere dal dogma imperativo che la chiesa e le sue sorelle hanno imposto, troverà similitudini anche con correnti così dette di destra che in fin dei conti non percorrono una strada diversa. Questo è però dopotutto un passo rischioso per molti, che sentirebbero altrimenti cadere una parte di credibilità per la propria elevazione a Dio, qualunque cosa con questo nome si stia definendo. È il caso di Ford, che allontana negli scritti fermamente quanto appartiene al lato destro (ma che di persona ha dimostrato di essere capace di un rispetto esemplare nei confronti degli altri percorsi), mentre nell’elevata spiritualizzazione di Nefastos è l’organizzazione ad essere aborrita nelle sue forme, laddove poi Christner addirittura esplica una comunanza d’intenti fraterni con gnosi di stampo cristiano, perché i nomi sono ciò che spesso travia il buon ricercatore da una via valida solo perché la propria fantasia fanciullesca ne risente in quanto potenza.

Concludendo, chi più chi meno, col luciferianesimo, o comunque con una qualsivoglia derivazione verso la specifica figura del travisato portatore di luce, si fa riferimento a una componente gnostica del sentiero di mano sinistra. Viene da sé che in questo caso la componente iconografica e nominativa la fa da padrone verso un immaginario tendenzialmente satanico, ma che sarebbe troppo ottuso racchiudere solo in tale sfera d’azione. Si tratta pertanto di un movimento più complesso della classica ortodossia da fumetto che viene sempre propinata, ma la profondità di concetti e il modo in cui spesso questi vengono trattati ed esposti rende sicuramente tale classe di pensiero una scuola, ora come allora, sostanzialmente per poche anime.